Mi ha molto deluso la copertina di Internazionale sul presidente uruguaiano. Non mi aspettavo una presa di posizione così apertamente ideologica da un giornale serio come il vostro. Mi riferisco al titolo “Il presidente che tutti vorrebbero: ha legalizzato aborto e marijuana”. Tutti chi? –Una lettrice

Cara lettrice, in realtà nel sommario dell’articolo di copertina firmato dallo scrittore spagnolo Juan José Millás si dice innanzitutto che il presidente uruguaiano ha ridotto la disoccupazione e la povertà. E questo dovrebbe stare a cuore a tutti quelli convinti che il proprio benessere dipenda anche dal benessere degli altri. La legalizzazione dell’aborto e della marijuana (due esempi molto diversi tra loro, accostati solo per rendere l’idea della varietà di decisioni prese da Mujica) vengono dopo, pur non essendo meno importanti. Tra l’altro legalizzare non vuol dire necessariamente approvare, ma solo consentire a ciascuno di scegliere e, nel caso dell’aborto, non obbligare le donne ad abortire clandestinamente rischiando la vita.

Mujica è una persona davvero fuori dal comune, soprattutto per come interpreta il ruolo del capo di stato, lontano dagli schemi tradizionali, anche per gli standard dei leader di sinistra latinoamericani. Quando Millás si è stupito perché Mujica vive in una casa di due stanze, la spiegazione del presidente uruguaiano è stata molto semplice: “Il vantaggio di avere una casa così piccola è che tra me e mia moglie spazziamo e riordiniamo tutto in un lampo”. Il fatto è che ormai ai politici non chiediamo neanche più chissà quale ambizioso programma di trasformazione della società, ma li ammiriamo se fanno il loro lavoro onestamente e si comportano come semplici cittadini. Già questa sembra una rivoluzione.

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