Avete presente quella sensazione di leggero panico misto a compiacimento che si prova quando uno vede la propria faccia in una foto scattata di nascosto? Più o meno la stessa sensazione la prova il redattore di Internazionale che il venerdì mattina, mentre prende il caffè e si prepara a sfogliare il nuovo numero del suo giornale, accende la radio e sente l’articolo su cui ha lavorato fino a due giorni prima letto da un collega che fa la rassegna stampa. È il momento della verità: come è venuto?
La lettura a voce alta rivela pregi e difetti della scrittura. E leggere a voce alta un articolo è uno dei modi più efficaci per capire come migliorarlo. L’orecchio coglie il refuso che l’occhio non vede. Individua i passaggi contorti, le parole astruse, le ripetizioni, le frasi troppo lunghe o le costruzioni a singhiozzo, e ci indica dove intervenire per rendere il testo più scorrevole, semplice e chiaro. In altre parole, ci aiuta a trovare il ritmo. I redattori di Internazionale non hanno il tempo di leggere a voce alta tutti i loro articoli. Ma sanno cosa vuol dire ascoltare un testo. Quando il direttore non è soddisfatto di un titolo, di un sommario o dell’attacco di un pezzo, spesso si limita a leggerlo a voce alta di fronte al redattore. Poi alza lo sguardo e gli fa: “C’è qualcosa che non funziona, no?”.
Internazionale, numero 954, 22 giugno 2012
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