Eric Hazan, Parigi. L’invenzione di una città
Odoya, 352 pagine, 22 euro
Fornire informazioni utili a interpretare un certo luogo è l’obiettivo di un numero crescente di libri: guide, diari di viaggio, reportage. Talvolta si tratta di un’impresa relativamente facile: quando, per esempio, il luogo esaminato è sconosciuto (un diario da isole sperdute) oppure quando la sua storia si concentra tutta in un particolare momento (una guida di Pompei, che spesso è un resoconto della vita quotidiana in una cittadina dell’impero romano). In altri casi è molto più difficile.
Così avviene con Parigi, oggetto di osservazione attenta sin dalla sua esplosione ottocentesca, tutt’oggi argomento di moltissime pubblicazioni, nonché luogo di profonda e variegata stratificazione di storie avvenute in tempi diversi. È qui del resto che è nata l’idea di passeggiare lasciandosi rapire dal paesaggio urbano e dai suoi richiami. Per questo ha particolare valore questo libro. Prima Hazan accompagna il lettore dal centro alla periferia della città seguendo e spiegando i ritmi delle sue progressive espansioni, poi entra nel merito e segue due piste tematiche: la storia della Parigi rossa scandita dalle rivolte e quella della città brulicante che soprattutto dalla restaurazione alla prima guerra mondiale fu per certi versi il centro del mondo. Il tutto, senza mai prendere fiato, attingendo a piene mani da una conoscenza che la passione rende originale.
Internazionale, numero 936, 17 febbraio 2012
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