Michelle Paver, La materia oscura

Giano, 254 pagine, 16,50 euro

Ci sono almeno tre motivi per segnalare questo romanzo: il primo riguarda l’editore, Giano, che assistito da Guanda sa scegliere buoni prodotti d’intrattenimento. Il secondo motivo è l’ambiente, il nord artico dei ghiacci eterni – dove la notte, un buio ossessivo, dura troppi mesi – che dà una illusione di frescura nel mezzo di una eccessiva calura. Il terzo motivo, infine, è l’autrice, che viene dalla letteratura per ragazzi e sa costruire l’avventura come pochi altri sanno fare.

Quattro giovani britannici vanno in spedizione nell’artico con pretesti di ricerca scientifica e per varie disgrazie uno solo, il meno aristocratico e il più risentito, con un fondo omosessuale (il libro è il suo diario) rimane con i cani a presidiare nell’infinita notte la postazione e deve confrontarsi con l’inquietante, prima, e terrorizzante, poi, presenza del fantasma di un morto male, di un morto malvagio. “A queste latitudini, gli uomini percepiscono cose di cui, più a sud, non avvertono nemmeno l’esistenza”.

Deaver ha scritto che in queste pagine Jack London si incontra con Stephen King. Ha dimenticato Verne, ma è vero, la formula è questa. Si deve però all’abilità dell’autrice e alla sua sapienza d’intrattenitrice di lettori adolescenti se qui la formula funziona egregiamente, e se nella nostra torrida estate il suo romanzo si è rivelato di buona compagnia.

Internazionale, numero 913, 2 settembre 2011

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