Gonçalo M. Tavares, Imparare a pregare nell’era della tecnica. La posizione nel mondo di Lenz Buchmann
Feltrinelli, 284 pagine, euro 17
Il portoghese Tavares, di solito pubblicato da Guanda, non è scrittore di immediata digeribilità e stenta a diventare noto tra noi, mentre è certamente uno dei più notevoli scrittori europei. Il Buchmann del titolo – siamo in una città e in uno stato indefiniti – è un borghese fatto e finito. Medico di successo freddamente padrone del proprio mestiere, calcolatore in tutto, trova minimi inciampi nella natura di desideri morbosi nei quali ha per complici la moglie, un mendicante e un pazzo.
Venera un padre autoritario e suicida, disprezza un fratello debole che si ammala e muore. Decide di affrontare la politica, e sa farsi strada con lucida e spietata determinazione fino a inventare finti attentati. Diventa il numero due del paese. Ma c’è il corpo che a un certo punto non risponde e prende una sua strada: divorato dal cancro, in mano a una segretaria-padrona e al suo fratello sordomuto, Buchmann fallisce perfino nel tentativo di uccidersi come il padre e lascia tutti convinti di una morte addirittura religiosa.
Questa vita di un borghese esemplare è narrata da Tavares secondo modelli desueti: attraverso freddi capitoli di constatazione e registrazione, sono i potenti di oggi che egli ci mostra.
Internazionale, numero 929, 23 dicembre 2011
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