“Cari lettori, sono indagato anche io”. Scrive così oggi sulla prima pagina del Tempo il direttore Gian Marco Chiocci, dando notizia che anche lui è indagato nell’ambito dell’inchiesta su Mafia capitale. La vicenda è raccontata anche su altri quotidiani. La Repubblica la ricostruisce con diversi dettagli. Gli articoli pubblicati dal Tempo sul centro d’accoglienza di Castelnuovo di Porto non c’entrano. A fare il nome di Chiocci, in una intercettazione, è Salvatore Buzzi, il presidente della cooperativa 29 giugno. Chiuso in un’auto con Massimo Carminati, l’ex militante dei Nuclei armati rivoluzionari a capo dell’organizzazione Mafia capitale, il 14 ottobre Buzzi racconta “di aver ricevuto notizie” delle indagini in corso su di lui dal direttore di un giornale. E qui fa il nome di Chiocci. Dopo quella chiacchierata – scrive Repubblica, rileggendo quanto annotato dai carabinieri del Ros – Carminati cambia “vistosamente” le proprie abitudini “mostrando di versare in un chiaro stato di agitazione”.
Il Tempo “Una storiella”, la definisce il direttore del Tempo. “Buzzi ha spesso avuto il vizio di raccontare cose non vere o di esagerare oltremodo quelle che sapeva”, spiega Chiocci ai lettori. Quanto alla notizia delle indagini a carico di Carminati “so bene di non aver detto nulla a Buzzi”, assicura Chiocci, “non solo perché ne ignoravo l’esistenza ma soprattutto perché se ne fossi stato informato avrei dovuto necessariamente sapere delle indagini anche su Buzzi stesso, col quale talvolta discutevo di rom e immigrati. Dunque, che senso avrebbe avuto informare Buzzi dei guai di Carminati e non dei suoi?”. Chiocci comunque si dice tranquillo: “Faccio il giornalista da 25 anni nell’unico modo nel quale sono capace: da persona perbene”. E aggiunge: “Se gli inquirenti mi convocano, e spero lo facciano presto, gli spiego questo e anche il resto”.
Corriere della Sera Da ieri c’è anche una nave fantasma nell’inchiesta su Mafia capitale. “Massimo il romanista”, al secolo Massimo Perrazza, uno che “s’è fatto la galera” ma è “rimasto muto”, per dirla con Massimo Carminati, l’avrebbe rifornita di carburante con la sua Global Chemical Broker srl per due anni dal 2012 al 2014. Anche dopo il naufragio, che sarebbe avvenuto il 22 settembre 2013. Fatture false e 5 milioni di guadagni illeciti, secondo la procura di Roma, che ha disposto l’arresto anche per tre uomini della marina militare. “Massimo il romanista”, invece, è ancora ricercato. Fuggito forse in qualche paese dell’America Latina, scrive Giovanni Bianconi. Come aveva già fatto tanti anni fa.
La Repubblica Due commenti a confronto sulla candidatura di Roma alle olimpiadi del 2024. Francesco Merlo vede nei giochi olimpici l’opportunità di un riscatto possibile dopo il degrado mostrato dall’inchiesta su Mafia capitale. Federico Fubini è più scettico, ricorda gli sprechi dei Mondiali di calcio del 1990 e immagina già il disastro annunciato che affosserà i bilanci del paese. Anche se, come ha ricordato il commissario anticorruzione Raffaele Cantone, “le olimpiadi di Torino hanno dimostrato che anche in Italia possono svolgersi grandi eventi nella legalità”.
Libero Sulla candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024 Libero ha una posizione più netta: “Risparmiateci la mafia olimpica”, scrive il direttore Maurizio Belpietro. Mentre Franco Bechis si cimenta con un articolo sul pensiero politico di Carminati. Il boss dà i suoi giudizi su Renzi, sul Partito democratico, sui rapporti tra politica e magistratura (“Vedi uno come Matteo Renzi? Gli frega cazzi della magistratura…”), ma anche su Alemanno: da sindaco, dice Carminati, “non ha fatto un cazzo”. A destra “non c’è cultura, non c’è capacità… solo una fame atavica”. E il suo successore Ignazio Marino? “È uno che ha fatto trecento interventi, lo sottovalutano perché non vuole far parte dell’apparato”.
Il Fatto Quotidiano Marco Lillo firma un lungo articolo dedicato a Mario Corsi, ex militante dei Nuclei armati rivoluzionari, in arte Marione, oggi conduttore della popolarissima trasmissione radiofonica Te la do io Tokyo. Gli inquirenti lo hanno intercettano in più occasioni mentre parla con Massimo Carminati. Della Roma, di “vecchi fatti di sangue” legati alla comune militanza nei Nuclei armati rivoluzionari, di ospitare in radio i politici romani vicini a Carminati, della necessità di andare a “bussacchiare” (è Carminati a dirlo a Marione) negli uffici del comune di Roma. Conversazioni che contengono molti riferimenti, in parte ancora da sciogliere. “Se si tratta di una cosa penalmente rilevabile qualcuno me l’avrebbe detto”, replica Marione intervistato da Piazzapulita.
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