Dopo la vittoria ai rigori del Brasile contro il Cile, l’atmosfera nel paese era di sollievo e festa. Finora le partite sono state emozionanti e le proteste sporadiche, ma alcuni aspetti dei Mondiali lasciano perplessi. Prendiamo il Fan fest a São Paulo, uno spazio pensato come alternativa per chi non può comprare i costosi biglietti per lo stadio Itaquerão.
Situato nella Vale do Anhangabaú, nel cuore della città, il Fan fest ha un megaschermo, un’area per le famiglie e uno spazio espositivo con oggetti di artigianato provenienti da tutte le regioni del Brasile. L’ingresso è gratuito, ma è l’unica cosa che non si paga. All’entrata la sorveglianza requisisce i cibi e le bevande. L’unica alternativa, quindi, è mangiare e bere in uno dei tendoni gestiti dagli sponsor, mentre dal maxischermo tuona la voce del presentatore di Rede Globo, che ha i diritti di trasmissione delle partite.
Gli eventi pubblici di massa non sono una novità nella Vale do Anhangabaú. È un posto perfetto: ci sono vie di fuga da entrambi i lati e il Viaduto do Chá, il ponte che attraversa la valle, permette di controllare tutto quello che avviene più in basso. Ma la Fifa e gli sponsor dei Mondiali hanno recintato l’area con barriere metalliche alte tre metri.
È uno spettacolo triste per chi nel 1984 ha visto l’Anhangabaú piena di centinaia di migliaia di persone che chiedevano il ritorno alla democrazia. Quarant’anni dopo, non è più un posto per tutti.
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