Se ci prendiamo la briga di tenere l’orto sul balcone, ogni tanto dovremmo anche scegliere varietà di ortaggi diverse da quelle che troviamo dal verduraio sotto casa.

La questione è: comprare piantine e metterle a dimora oppure partire dal seme? Nel primo caso, la scelta sarà più limitata. Con i semi, invece, possiamo sbizzarrirci: pomodori gialli o neri, peperoni rosa, bietole a costa gialla, alchechengi da frutto, spinaci estivi della Nuova Zelanda, zucchine a trombetta, melanzane bianche, che ci fanno capire perché negli Stati Uniti si chiamano eggplant, pianta delle uova.

Possiamo usare queste giornate invernali per studiare i cataloghi. Tra i più interessanti per varietà di proposte ci sono ingegnoli.it, Gargini sementi, chiltern­seeds.co.uk e due ditte francesi che di recente si sono accapigliate in tribunale: Graines-baumaux.fr e kokopelli-seeds.com. La prima accusava la seconda di darsi un profilo etico ed ecologico senza averne i requisiti. A me paiono ottime tutte e due.

Ai veri appassionati, quelli a cui piace scambiarsi i semi con altri ortolani, consiglio l’iscrizione al cugino italiano (povero ma dignitoso) della Royal horticultural society: l’Associazione per la diffusione di piante per amatori (Adipa), che ha sede all’Orto botanico di Lucca.

Civiltacontadina.it è invece il sito giusto per diventare ricercatori e custodi di semi di ortaggi, cereali e legumi, tramandati localmente da generazioni.

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