1. unePassante, Seesaw
In vena di pop sperimentale che sappia ballare sul filo tra originalità e ascoltabilità? Ecco s’avanzano gli unePassante di Giulia Sarno, sicula confinante con certe ingegnose cose di Matthew Herbert con moglie-vocalist Dani Siciliano (l’album Scale era eccellente). Seesaw è spezzatino di voci sovrincise, ukulele fatto a fette, poliritmie elettronico-acustiche e avrebbe gambe per un buon remix (come Xman, la cui supereroica clip su YouTube arriva a Barcellona). L’album No drama trasuda inventiva; e a volte diresti: rilassati, facci un’aria siciliana.
2. Bonobo feat. Grey Reverend, First fires
Smaltita la rassicurante riconoscibilità dei Daft Punk (elmetti ufo robot! chitarrine Chic! disco ecumenica!), l’elettronica va avanti con lo scimmiesco istinto (e nome d’arte) di Simon Green, britannico dj classe 1976, che lavora di notte in una giungla di sound lucido e compatto, più Massive che Moroder, e vocalist di qualità (Erykah Badu, questo Grey Reverend della Brooklyn underground). Magari tra dieci anni alcuni diranno “ma è perfetto!” e altri “è diventato paraculo, però quell’album del 2013, The north borders, era ottimo”.
3. Still Corners, Berlin lovers
Ombre di città, luci di grattacieli, caverne notturne della club life, fari degli elicotteri tra canyon di cristallo. E tutto un traffico di macchine sintetiche e seduzione. Viaggiamo tra l’iperrealismo onirico nei titoli di testa di Drive e certe insonnie alla David Lynch; un elettropop con voce femminile ammaliante e morbidezze un po’ chunky, come marshmallow abbrustoliti per l’ascolto. Dai londinesi Greg Hughes, che pensa al sound, e Tessa Murray con voce alla Twin Peaks. Strange pleasures è un album sognante, che lievita dopo il tramonto.
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it