Spesso abbiamo descritto l’Italia come un laboratorio politico, e la definizione non è mai stata calzante come in questo periodo, con una sorprendente successione di coalizioni a Roma.
Il nuovo governo che presterà giuramento il 5 settembre avrà lo stesso presidente del consiglio del precedente, Giuseppe Conte, un universitario che ama le missioni impossibili: dalla coabitazione tra due forze antisistema che hanno raso al suolo la vecchia classe politica, all’attuale matrimonio, contro natura a priori, tra un partito populista e un sopravvissuto del vecchio mondo.
L’Italia è passata dal governo giallo-verde a quello giallo-rosso, un cambiamento che non è soltanto cromatico.
Il grande perdente
Il grande perdente di questo improvviso capovolgimento è Matteo Salvini, leader della Lega che ha provocato la crisi politica credendosi invincibile e che invece è caduto vittima del proprio gioco. Il Movimento 5 stelle, per 15 mesi alleato della Lega, si è infatti vendicato di Salvini formando l’improbabile alleanza di governo con il Partito democratico.
Possiamo credere che la nuova coalizione avrà vita lunga? Difficile dirlo. Fino a ieri i populisti e i socialdemocratici erano avversari su tutti i fronti. Il Movimento 5 stelle è nato nel 2009 per opera del comico Beppe Grillo e sull’onda della rabbia contro la corruzione e l’impotenza della vecchia classe politica, incarnata dalla destra berlusconiana e dal Partito democratico. Ciononostante l’80 per cento degli iscritti al movimento ha approvato l’alleanza attraverso un voto online.
Il contratto di governo stipulato tra i due partiti è estremamente vago
Le due forze politiche si sono ritrovate unite dal pericolo Salvini. L’operazione è riuscita, con l’emarginazione del leader dell’estrema destra. Tuttavia la legittimità della nuova coalizione agli occhi di un’incredula opinione pubblica sarà vincolata ai risultati del governo e della sua durata.
Pd e cinquestelle sono attesi su tutti i fronti, dall’immigrazione (tema centrale in Italia) all’economia in piena fase di stallo, passando per l’onestà politica. Il contratto di governo stipulato tra i due partiti è estremamente vago e le due forze politiche dovranno inevitabilmente imparare a lavorare insieme.
Clima più sereno
Il rapporto tra l’Italia e i partner europei dovrebbe essere più facile rispetto agli ultimi mesi, perché la presenza del Partito democratico può smorzare i timori sollevati dalla precedente strategia conflittuale rispetto alle regole comunitarie sul budget. Anche se l’equazione della terza economia dell’eurozona resta complicata, insomma, il clima sarà quantomeno più sereno.
Un dettaglio, però, stona. Il capo politico del Movimento 5 stelle Luigi Di Maio sarà il prossimo ministro degli esteri, ma non sembra particolarmente portato per la diplomazia.
Di Maio è lo stesso che a febbraio era venuto in Francia per incontrare i gilet gialli a Montargis, irritando il governo di Parigi che aveva richiamato l’ambasciatore francese a Roma. Nel nuovo contesto si spera che Di Maio possa mostrarsi più diplomatico.
Salvini, nel frattempo, scommette sul fallimento della coalizione. “Il tempo è galantuomo”, ha scritto in un tweet il leader leghista. I giallo-rossi non potranno permettersi passi falsi, perché l’estrema destra è ancora in agguato.
(Traduzione di Andrea Sparacino)
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