È una di quelle informazioni che possono sembrare irrilevanti o troppo lontane dalle nostre preoccupazioni attuali, ma che invece potrebbero segnare un’evoluzione decisiva. Il 9 marzo Russia e Cina hanno annunciato di aver firmato un accordo di principio per la costruzione in comune di una stazione lunare permanente, in superficie o in orbita.
I due paesi hanno proclamato che il loro progetto è aperto a tutti i paesi interessati, ribadendo il proprio sostegno all’”esplorazione pacifica dello spazio”. Tuttavia esiste innegabilmente una dimensione geopolitica forte quando le due principali potenze che formano una sorta di “fronte del rifiuto” antioccidentale si uniscono su un tema importante come lo spazio.
In primo luogo si tratta di una scelta russa che segna un’inversione di rotta rispetto alla storia recente. Alla rivalità spaziale tra Stati Uniti e Unione Sovietica ai tempi della guerra fredda era seguita un’epoca di collaborazione. Oggi la Stazione spaziale internazionale accoglie cosmonauti statunitensi, russi e di altre nazionalità, come il francese Thomas Pesquet che partirà il mese prossimo.
Un passo significativo
Solo la Cina è stata tenuta in disparte dagli statunitensi, costretta a sviluppare un programma spaziale autonomo.
La Russia ha cambiato la propria alleanza spaziale? Non necessariamente, perché Mosca potrebbe conservare l’accesso alla Stazione spaziale internazionale pur portando avanti il nuovo progetto con Pechino. In ogni caso, anche se la Russia e la Cina collaborano già nei loro programmi spaziali, questo progetto segna un passo significativo.
Alcuni si chiedono se l’occidente non abbia spinto la Russia tra le braccia della Cina
Da anni gli strateghi occidentali si chiedono quale sia la natura (e la solidità) del riavvicinamento russo-cinese, in corso ormai dal 2014 dopo la crisi ucraina e le sanzioni internazionali.
Alcuni minimizzano sottolineando che Mosca non vorrà restare a lungo il partner debole di un’alleanza con la potenza cinese, mentre altri si chiedono se l’occidente non abbia spinto la Russia tra le braccia della Cina.
Comunque sia questa alleanza continua a rafforzarsi, alimentata da un’ostilità condivisa nei confronti dell’occidente, da un riavvicinamento militare (simboleggiato dalle manovre comuni) e da un’intesa personale tra Vladimir Putin e Xi Jinping. L’alleanza sulla Luna aggiunge una dimensione molto strategica sul lungo periodo.
Corsa alle terre rare
La posta in gioco della Luna è triplice: il prestigio è importante, ma esistono anche aspetti economici e militari.
Secondo Julie Klinger – ricercatrice statunitense e autrice del libro Rare earth frontiers, from terrestrial subsoils to lunar landscapes, dedicato alle “terre rare”, i minerali preziosi indispensabili per le nostre economie – “la Luna è il prolungamento del campo di battaglia terrestre per le materie prime”. Lo sfruttamento delle risorse lunari e in particolare delle “terre rare” (elementi chimici usati per la produzione di materiale elettronico) è una prospettiva a cui lavorano tutti i grandi stati.
Infine non bisogna dimenticare la militarizzazione crescente dello spazio. Vuole il caso che proprio il 10 marzo parta la prima esercitazione del comando spaziale francese, che simulerà operazioni militari nello spazio. Gli statunitensi e i tedeschi parteciperanno all’esercitazione, battezzata con il nome di “Asterix”. Nello spazio, insomma, si ritrovano le rivalità e i conflitti terrestri. Questo è il senso dell’annuncio russo-cinese del 9 marzo.
(Traduzione di Andrea Sparacino)
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