La guerra può assumere forme molto diverse, e la fuga di documenti del Pentagono ne è sicuramente una delle sfumature.
L’imbarazzo statunitense è totale. Prima di tutto per la fuga di notizie in sé, con una breccia nei sistemi di sicurezza inquietante per la prima potenza mondiale. A Washington è in corso un’indagine in proposito. I documenti, in parte caratterizzati dalla dicitura “Difesa segreta”, sono apparsi inizialmente su oscure piattaforme di giochi online.
In secondo luogo ci sono i problemi derivanti dal contenuto dei documenti e, circostanza aggravante, dalla possibilità che alcuni siano falsi, come per esempio quelli relativi al numero di caduti nella guerra in Ucraina. Come distinguere la verità dalla menzogna? In ogni caso il danno è stato fatto, e non è indifferente.
Credibilità a picco
I documenti del Pentagono riguardano temi molto vari: l’Ucraina, lo spionaggio in Corea del Sud, le proteste in Israele, la Turchia, il gruppo Wagner, la Francia… Le conseguenze sono disastrose, prima di tutto per la credibilità degli Stati Uniti.
Secondo la Cnn l’Ucraina sarebbe stata costretta a modificare i piani della sua controffensiva di primavera dopo la pubblicazione di alcune informazioni militari segrete. Se questo fosse vero, sarebbe sicuramente la conseguenza più importante della fuga di documenti, trattandosi di una guerra che al momento monopolizza l’attenzione.
Alcuni documenti seminano zizzania tra gli alleati, e causano confusione e sfiducia, malgrado le smentite
Ma c’è dell’altro. Il ministro francese delle forze armate Sébastien Lecornu è stato costretto a smentire la notizia secondo cui alcuni componenti delle forze speciali francesi si troverebbero attualmente in territorio ucraino. La Francia, come gli altri paesi occidentali, nega qualsiasi presenza in Ucraina. Che si tratti di informazioni attendibili o di notizie false, la fuga di documenti ha creato problemi seri.
Alcuni documenti seminano zizzania tra gli alleati, come quelli relativi alle intercettazioni statunitensi nei confronti di funzionari della Corea del Sud, alleato stretto degli Stati Uniti. Nel paese asiatico la notizia ha fatto molto scalpore.
Infine possiamo citare i documenti secondo cui il Mossad, il servizio segreto israeliano, avrebbe sostenuto le manifestazioni massicce contro il governo Netanyahu. Anche in questo caso la fuga di notizie causa confusione e sfiducia, malgrado le smentite.
Chi trae beneficio da tutto questo? La domanda, evidentemente, è cruciale. Un veicolo di trasmissione dei documenti riservati è rappresentato dalle catene filo-russe sulla rete Telegram. La Russia, evidentemente, è in cima alla lista dei sospettati. Ma gli Stati Uniti sembrano privilegiare la pista di una fuga dall’interno, senza però averne identificato l’origine o il motivo.
La storia delle fughe di documenti riservati negli Stati Uniti è piuttosto diversificata. Ricordiamo ancora i Pentagon papers, l’ammasso di rapporti diffusi durante la guerra del Vietnam da un analista pacifista della Rand corporation. Per non parlare dei documenti sulla guerra in Iraq e in Afghanistan consegnati a Wikileaks dalla soldata Chelsea Manning o delle rivelazioni di Edward Snowden sulla sorveglianza statunitense.
Nel contesto attuale sembra probabile che a organizzare la fuga di documenti sia stato un paese straniero. Prima dell’invasione dell’Ucraina gli statunitensi erano chiaramente in possesso di informazioni provenienti da fonti attendibili. La fuga di rapporti del Pentagono è una vendetta nei confronti degli Stati Uniti?
A prescindere da quale sia la fonte, la vicenda evidenzia fino a che punto la guerra sia ormai ibrida e senza volto e si svolga in ambiti imprevisti. Una lezione che oggi gli americani imparano a proprie spese.
(Traduzione di Andrea Sparacino)
Della diffusione dei documenti del Pentagono si è occupato il podcast di Internazionale Il Mondo nella puntata del 12 aprile.
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