Secondo le previsioni del ministero dell’interno, l’ultima sanatoria decisa dal governo permetterà di regolarizzare 750mila colf e badanti. Nel 2002 il secondo governo Berlusconi varò una sanatoria che produsse 630mila nuovi residenti. Questi tipo di misure una tantum sono una conseguenza dell’inasprimento della legge Bossi-Fini, che spesso contrasta con le necessità del mercato del lavoro italiano.
Le sanatorie non risolvono il problema. Al contrario, incoraggiano l’immigrazione clandestina. Bisogna ammettere che le nostre leggi sull’immigrazione non funzionano e guardare a quello che fanno gli altri paesi. In Francia, per esempio, è consentita la regolarizzazione su base individuale in caso di soggiorno prolungato sul territorio, di inserimento in un luogo di lavoro, di legami affettivi stabili o di presenza di minori (circostanza prevista anche dalla legge italiana). Un secondo esempio viene dagli Stati Uniti: chi entra nel paese con un permesso turistico di tre mesi e trova qualcuno disposto ad assumerlo potrebbe essere autorizzato a trasformare il suo titolo provvisorio di soggiorno in un permesso di lavoro.
Le politiche selettive dell’immigrazione (un sistema a punti come quello canadese) permettono a chi ha certe caratteristiche (titolo di studio, conoscenza della lingua, qualifiche in mansioni particolarmente richieste) di cercare lavoro una volta entrato legalmente nel paese. Con questi sistemi si eviterebbero le irregolarità prolungate, che per le madri significano anni di lontananza dai figli, rimasti nel paese d’origine. Inoltre il fisco guadagnerebbe tasse e contributi. (con lavoce.info)
Internazionale pubblica ogni settimana una pagina di lettere. Ci piacerebbe sapere cosa pensi di questo articolo. Scrivici a: posta@internazionale.it