È un anno di incendi in Iraq. Secondo il direttore della protezione civile, il maggior generale Kadhum Yohan, dall’inizio del 2022 a oggi si contano già diecimila roghi in tutte le province del paese, una media di duemila al mese. Il funzionario prevede che gli incendi aumenteranno visto che le temperature dovrebbero raggiungere i 50 gradi, accompagnate da tempeste di polvere e sabbia, fenomeni che hanno portato il paese a registrare un record nel Guinness dei primati. L’analista politico Muhammad Abdul Rahman si attende che, con l’inferno previsto a luglio, gli umori popolari saranno sull’orlo dell’esplosione, soprattutto dopo le dimissioni di 73 deputati dal parlamento.

La dichiarazione finale rilasciata dai politici che hanno partecipato alla sessione straordinaria del parlamento del 30 giugno, come previsto conteneva molte promesse, come se coloro che l’hanno scritta non siano in posizioni di potere da 19 anni a questa parte.

Hanno provato a formare un governo senza i rappresentanti del partito di Muqtada al Sadr, ma ora ci si aspetta che sarà un esecutivo di breve durata, incapace anche di sviluppare un piano per realizzare le proprie promesse.

Rispetto alla possibilità di sciogliere il parlamento, sembrerebbe che la maggioranza delle coalizioni politiche sia contraria a questa opzione, perché un nuovo voto causerebbe un cambiamento della mappa politica dell’assemblea: molti dei gruppi politici non sarebbero in grado di ottenere lo stesso numero di seggi che controllano attualmente. L’ex primo ministro Nouri al Maliki, per esempio, che oggi nell’assemblea conta 34 deputati, non ne conquisterebbe altrettanti.

Le elezioni richiederebbero anche l’emanazione di una nuova legge elettorale e la formazione di una nuova commissione elettorale. Ci vorranno mesi. Questo significa che fino ad allora resterà in carica il governo di Mustafa al Kadhimi.

Con questo clima politico incandescente entrambe le opzioni, un nuovo governo o nuove elezioni, potrebbero alimentare gli incendi in un paese già in fiamme.

(Traduzione di Francesco De Lellis)

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