I ministri dell’interno e della giustizia dell’Unione europea si sono riuniti a Bruxelles per valutare misure d’emergenza in risposta agli attacchi di Parigi. La polizia continua a cercare gli attentatori del 13 novembre in Francia e Belgio.
Controlli più severi per chi viaggia all’interno dell’Unione europea, una legge per il controllo delle armi, un sistema per condividere tra i diversi paesi le informazioni dei passeggeri dei voli aerei: che cosa hanno deciso i ministri della giustizia e dell’interno riuniti a Bruxelles. Leggi
La lotta al traffico d’armi finora non è stata una priorità in Europa, per questo non esiste una legislazione comune ed è piuttosto facile procurasi un arma. L’intervista a Cédric Poitevin, vicedirettore del gruppo di ricerca e d’informazione sulla sicurezza e la pace di Bruxelles. Leggi
Una settimana dopo il 13 novembre, insieme all’orrore e a una guerra che avanza verso l’Europa, vediamo alzarsi anche un muro di incomprensioni. Per superarlo si può approfittare delle riflessioni e dei libri su Medio Oriente e islam di studiosi francesi che da molti anni si occupano – e preoccupano – della situazione in Francia e hanno denunciato la pericolosità delle sue posizioni. Leggi
Che fine ha fatto il latitante Salah Abdeslam? Quante persone sono state arrestate per gli attacchi di Parigi? Cosa è successo nel blitz della polizia a Saint-Denis? Tutti gli aggiornamenti in cinque domande e risposte. Leggi
Le autorità francesi conoscevano almeno tre degli attentatori di Parigi ma non hanno agito, ignorando gli avvertimenti di un possibile attentato. Le agenzie d’intelligence non hanno fallito perché possedevano pochi dati, ma perché non hanno agito in base a quanto avevano a disposizione. Leggi
La strage di Parigi ha gettato un’ombra sulla nostra gravidanza: come si fa a essere tranquilli quando un bambino nasce in un mondo così? Leggi
I ministri dell’interno e della giustizia dei 28 paesi dell’Unione europea sono riuniti a Bruxelles per approvare alcune misure d’emergenza per rafforzare i controlli alle frontiere dopo gli attacchi di Parigi. Intanto la Francia chiede all’Onu di appoggiare la guerra allo Stato islamico. Leggi
I jihadisti approfittano della scarsa coordinazione tra i servizi di intelligence europei per affermare la loro presenza sul territorio. E attirano nuovi seguaci sfruttando il senso di disorientamento sociale e identitario dei giovani. Leggi
Sono orgoglioso di essere francese, pertanto sono sconvolto come chiunque altro per i fatti di Parigi. Ma non sono scioccato né incredulo. Conosco l’Is, mi ha tenuto in ostaggio per dieci mesi e so che il nostro dolore, il nostro strazio, le nostre speranze, le nostre vite non gli interessano. Però temono più la nostra unità che i bombardamenti. Leggi
Lo slancio di solidarietà nazionale e internazionale, seguito all’attacco contro Charlie Hebdo e il supermercato kosher a gennaio, e il rafforzamento delle misure di sicurezza e di sorveglianza avevano fatto sperare che fatti del genere non si sarebbero ripetuti. Ma già all’indomani di quegli attacchi gli esperti avevano avvertito che rafforzare le misure di sicurezza e le operazioni militari contro il gruppo Stato islamico non sarebbe bastato a evitare nuovi attentati. Leggi
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