È un rom romeno, attivista per i diritti umani. Ha fondato il Policy center for roma and minorities, che gestisce a Bucarest una scuola pomeridiana per bambini in difficoltà. In Italia ha pubblicato La mia esagerata famiglia rom (Rubbettino 2018).
Quando mia madre smetteva di funzionare, tutti i grilli che avevo per la testa scomparivano. Poi succedeva sempre qualcosa che la rimetteva in moto. Leggi
Vorrei giocare con gli altri bambini. Mamma mi prende in braccio e mi racconta la storia di un orso bruno che, a forza di lavorare, si fa accettare dagli orsi bianchi. Ancora oggi è lei che prova a proteggermi dal male. Leggi
Negli ultimi due o tre anni ogni fine settimana siamo in diverse decine a fare volontariato nella zona più malfamata di Bucarest, aiutando i bambini più sfortunati della città a fare i compiti. Questo ha dato fastidio a qualche potente. Leggi
Il sangue blu ereditato dai rom aristocratici di Budrea e dai nobili alcolisti di Ghelmegioaia mi è sempre stato di grande aiuto. Leggi
Del mio essere zingaro non parlavo con nessuno. Avevo solo voglia di raccontare le meraviglie della mia famiglia: due streghe, un mattacchione irascibile, e parenti in tutto il paese. Leggi
Ho curato un rapporto per le Nazioni Unite sulla povertà estrema in Europa. Giudicato troppo duro, non è stato pubblicato. Che senso ha continuare a lavorare per le istituzioni? Leggi
Fino a sette anni avevo una sola identità: quella di un bambino. Trasferendomi in una città più grande della Romania, mi è apparso subito chiaro che non ero un bambino “normale” ma un bambino “zingaro”, che i romeni sopportavano. Leggi
La conferma del cambiamento ce l’ho davanti tutte le settimane. Per esempio, le famiglie non vendono più i vestiti e le scarpe che compro per i loro figli. Leggi
La Georgia è un paese davvero bello, ma anche parecchio povero. Non parlo di Tbilisi, da dove scrivo, ma dei suoi dintorni, dove la situazione è disastrosa. Leggi
La giornata a Mariefred è fantastica: si può giocare scalzi a pallone, insegnare agli altri come pescare a mani nude e suonare il djembé dei bambini sudafricani. Leggi
Invitati da una fondazione svedese, Rică, Pavel e i loro compagni s’imbarcano per Stoccolma sotto lo sguardo stupito del personale dell’aeroporto. Leggi
Ogni volta che viene da me e la lascio in casa da sola per qualche ora o per qualche giorno, sto sempre in apprensione. Leggi
Ai tempi di Ceaușescu Gogu era un appassionato lettore di Lenin e, nei primi anni novanta, ha votato per Ion Iliescu. Ma quelli erano gli albori della democrazia, non complichiamoci troppo la vita. Leggi
L’unico giocattolo che ricordo della mia infanzia è una carrozza a pile con i cavalli. Me la ricordo di sicuro molto più grande e bella di quanto fosse in realtà. Leggi
Quando raccontai a mia madre da dove veniva quel denaro, ovviamente non mi credette, soprattutto perché sapeva che non ero ancora in grado di leggere. Leggi
Non ho idea del perché abbia guardato proprio me, ma se anche scoprissi che vuole solo derubarmi, la cosa non mi darebbe troppo fastidio. Leggi
Avevo conosciuto Scorpioncino, ci siamo innamorati follemente, ma io sono zingaro. Lentamente divento un altro furbetto che cerca solo di cavarsela. Leggi
A Chicago fa caldissimo e la notte è impossibile dormire. Sono già passate due settimane dal nostro incontro fortuito quando, un venerdì sera, mi chiama. Leggi
Sono arrivato negli Stati Uniti poverissimo. La ragazza dai capelli rossi mi fa un sacco di domande, mi chiedo se per caso non lavori per l’immigrazione. Leggi
Sono nato povero e questo mi ha insegnato che non basta ottenere una carica importante per essere degli Einstein della politica o della cultura. Leggi
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