L’inflazione nell’eurozona ha subìto un forte rallentamento a settembre, scendendo all’1,8 per cento su base annua, il livello più basso da più di tre anni, grazie soprattutto alla riduzione dei prezzi dell’energia. Leggi
La Banca centrale europea (Bce) ha annunciato il 18 ottobre l’avvio di una “fase preparatoria” in vista della creazione dell’euro digitale, considerato una risposta alla crescente dematerializzazione dei pagamenti e alle criptovalute. Leggi
Il giudizio della corte costituzionale tedesca sul quantitative easing può condizionare l’azione della Bce e creare un precedente pericoloso. Leggi
Ecco le misure annunciate dal direttore della Banca centrale europea, Mario Draghi, al termine del consiglio direttivo dell’istituto comunitario, che si è riunito oggi a Francoforte. Leggi
La Banca centrale europea (Bce) non ha toccato i tassi di interesse. Il suo tasso di rifinanziamento principale resta quindi allo 0,05 per cento, cioè il livello più basso di sempre. Il tasso marginale di prestito, si mantiene allo 0,3 per cento e il suo tasso di deposito al -0,2 per cento.
La decisione di lasciare invariate le percentuali degli interessi è stata annunciata da un portavoce dell’istituto europeo, a margine della riunione del consiglio direttivo che si sta tenendo a Francoforte.
L’attenzione degli analisti si sposta ora sulla conferenza stampa del direttore Mario Draghi, che è programmata come di consueto al termine del consiglio direttivo, a cui partecipano i sei banchieri del comitato esecutivo della Bce più i 19 governatori delle banche centrali dei paesi con l’euro. Draghi, da una parte, dovrebbe cercare di calmare la volatilità dei mercati, scossi negli ultimi giorni dalla crisi economica e finanziaria della Cina, e dall’altra, ampliare le misure di stimolo all’economia europea, visto che l’inflazione continua a scendere. Gli analisti si attendono quindi almeno un ampliamento del quantitative easing, vale a dire nuove iniezioni di liquidità da Francoforte alle banche dei paesi dell’eurozona. La conferenza stampa è attesa per le 14.30.
La Banca centrale europea ha alzato di 900 milioni di euro il limite alle liquidità di emergenza che lascia disponibili alle banche della Grecia. Lo ha riferito il presidente Mario Draghi, al termine di una riunione del consiglio direttivo. Il governatore è intervenuto sulla questione del debito greco: “È fuori questione che un alleggerimento sia necessario” ha ammesso. E ha assicurato: “Per noi la Grecia è e resta nell’euro”. Leggi
La Banca centrale europea ha deciso di mantenere intatta la liquidità di emergenza (Ela) alle banche greche al livello deciso il 26 giugno scorso, cioè 89 miliardi, a fronte però di maggiori garanzie. L’istituto centrale ha infatti deciso di apportare “una correzione” al valore dei titoli greci portati in garanzia dalle banche, come comunicato dall’istituto centrale al termine della videoconferenza dei governatori del suo consiglio direttivo. Di fatto, è stato congelato il 27 per cento di tutti i depositi con il rischio che siano i correntisti a farne le spese.
L’orientamento della Bce è di aspettare l’esito del Consiglio europeo e dell’eurogruppo in agenda domani, mentre le banche greche resteranno comunque chiuse fino a mercoledì. Da Francoforte è stato sottolineato che sta “monitorando attentamente la situazione sui mercati finanziari” e “tutte le conseguenze che ne potrebbero scaturire per quanto riguarda la politica monetaria e la stabilità dell’euro”, e si è riservata di “usare tutti gli strumenti disponibili entro il suo mandato”.
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