Garissa

Perché dopo Parigi è circolata una notizia sul Kenya vecchia di sette mesi 

Il giorno dopo l’attentato di Parigi l’articolo più letto sul sito della Bbc è stato la notizia di un attacco in Kenya sette mesi prima. In due giorni più di dieci milioni di persone hanno cliccato sulla notizia della Bbc, quasi quattro volte di più rispetto al giorno in cui è stata pubblicata. Leggi

Il pianificatore della strage di Garissa ucciso da un drone in Somalia

Il ministero dell’interno keniano ha reso noto che la mente dell’attacco all’università di Garissa, nel nordest del paese, che il 2 aprile scorso ha provocato la morte di 148 persone, è stato ucciso in un raid aereo in Somalia. Mohamed Mohamud, detto Kuno, è stato capo di una madrasa (scuola coranica) fino al 2007, e negli ultimi anni ha gestito le attività del gruppo jihadista somalo Al Shabaab in Kenya, responsabile della strage. Le autorità lo avevano individuato come il principale pianificatore dell’attacco e avevano emesso un mandato di arresto. È stato ucciso nell’attacco di un drone insieme ad altri tre capi del gruppo.

Il 2 aprile quattro uomini armati hanno attaccato il campus dell’università di Garissa, in Kenya, a 150 chilometri dal confine con la Somalia. L’attacco è cominciato verso le cinque del mattino ed è durato più di quattordici ore con centinaia di studenti presi in ostaggio. Alla fine i morti sono stati 148, di cui 142 studenti.

Il Kenya ammette il fallimento delle forze di sicurezza nel prevenire l’attentato di Garissa

Il ministro dell’interno del Kenya, Joseph Nkaisserry, ha dichiarato che le forze di sicurezza nazionali hanno ignorato rapporti dell’intelligence su probabili attentati prima dell’attacco di Al Shabaab contro l’università di Garissa, in cui il 2 aprile sono morti 148 studenti. Nkaisserry, ha ammesso che anche la risposta all’attacco è non stata adeguata, a causa di una scarsa comunicazione tra i dipartimenti di esercito e polizia.

Le università avevano avvisato gli studenti di possibili attacchi e dal campus di Garissa erano arrivate richieste per avere più sicurezza, ignorate dal governo.

La scorsa settimana sette poliziotti sono stati sospesi dopo l’avvio di una prima indagine sugli errori delle forze di sicurezza nell’attentato.

In Somalia il governo mette delle taglie sui leader di Al Shabaab

In Somalia il governo ha deciso di offrire delle ricompense in denaro per la cattura di undici miliziani del gruppo terroristico Al Shabaab, a una settimana dall’attacco contro l’università di Garissa, in Kenya, in cui sono morte 148 persone. Mogadiscio avrebbe pubblicato una lista di nomi di individui ricercati tra i capi del movimento affiliato ad Al Qaida. Il governo pagherà 250mila dollari “a chi abbia informazioni che portino alla cattura o all’uccisione del leader di Al Shabaab Mohamed Diriye”, mentre altri 150mila dollari sono stati promessi per la cattura del comandante delle operazioni del gruppo, Mahad Karate.

I funerali delle vittime della strage di Garissa

In Kenya sono cominciati i funerali delle vittime del massacro all’università di Garissa, una settimana dopo l’attacco da parte dei miliziani di Al Shabaab in cui sono rimaste uccise almeno 148 persone. Il presidente Uhuru Kenyatta ha inviato una letteraa 130 famiglie delle vittime di cui sono già stati identificati i resti.
Dopo l’attacco il presidente era stato criticato per la gestione della sicurezza nel paese e per aver ignorato gli allarmi su probabili attacchi terroristici.
Il governo ha annunciato che risarcirà ogni famiglia con 100.000 scellini keniani, equivalenti a circa 1000 euro, per le coprire le spese dei funerali.

Il governo del Kenya nega che ci siano 166 dispersi dopo l’attacco a Garissa

Il governo del Kenya ha smentito le affermazioni della University academic staff union (Uasu), che annuncia l’assenza di 166 studenti, dopo l’attacco all’università Garissa, dove ne sono morti 148.

Il ministro dell’educazione, Joseph Kaimenyi, ha detto che in questo modo non si fa che “esacerbare il dolore e la sofferenza dei parenti in lutto”. La paura del segretario generale dell’Usau è che gli studenti siano stati rapiti dal gruppo somalo Al Shabab, responsabile della strage.

Il ministro dell’educazione ha provato a fare chiarezza sui numeri degli studenti con un comunicato, ma come ha notato la Bbc, la ricostruzione delle cifre mostra qualche ambiguità. Gli studenti iscritti all’università di Garissa erano in tutto erano 815 e che quelli salvati sono 663. Il governo ha detto che i morti sono 142 e ne mancherebbero quindi 10.

La veglia per le vittime della strage di Garissa, in Kenya

Ieri sera a Nairobi si è tenuta una veglia di preghiera per le vittime della strage all’università di Garissa, dove il 2 aprile quattro uomini del gruppo jihadista Al Shabaab hanno sequestrato e ucciso 148 studenti nel campus della città, al confine con la Somalia. Leggi

La campagna su Twitter per le vittime della strage di Garissa 

Leah N Wanfula aveva 21 anni ed era la prima di nove fratelli ad andare all’università. Gideon Kirui aveva 22 anni e poteva studiare grazie ai soldi raccolti per lui da tutto il villaggio. Selpher Wandia aveva 21 anni e sognava di diventare un’insegnante. Sono i ritratti di alcune delle vittime dell’attacco all’università di Garissa, in Kenya, avvenuto il 2 aprile quando un commando di jihadisti di Al Shabaab ha sequestrato e ucciso 148 persone. Le vittime avevano in maggior parte tra i 19 e i 23 anni.

Per fare in modo che le vittime non siano ridotte a un semplice numero, è stata lanciata una campagna su Twitter per raccontare le storie di ognuna di loro. Usando gli hashtag #147notjustanumber e #theyhavenames, familiari, amici, giornalisti hanno cominciato a rendere omaggio alla memoria dei ragazzi uccisi, condividendo fotografie e informazioni sulla loro vita.

La campagna è stata lanciata da Ory Okolloh Mwangi, conosciuta anche come @KenyanPundit, quando il bilancio delle vittime era ancora a 147.

L’iniziativa, ha spiegato al Wall Street Journal, è stata “un tentativo di umanizzare le vittime del terrore”. Secondo Topsy, lo strumento per il monitoraggio dei social network, l’hashtag #147notjustanumber è stato citato 52mila volte. Inoltre è stato creato un documento pubblico per “garantire che i nomi delle vittime degli atti di violenza interni ed esterni non siano mai dimenticati”. Gestito dal blogger keniano noto come Owaahh, il documento funziona come un database open source e chiunque può aggiungere informazioni sugli studenti di Garissa.

Manifestazione contro il terrorismo a Garissa

Almeno 2.500 persone hanno manifestato contro il terrorismo a Garissa, in Kenya, dopo la strage all’università in cui sono morte almeno 148 persone in un attacco del gruppo terroristico di Al Shabaab. Nel corteo, organizzato nell’ultimo giorno del lutto nazionale proclamato dal presidente Uhuru Kenyatta, hanno sfilato cittadini musulmani e cristiani, promettendo di cooperare con le forze dell’ordine per denunciare i miliziani di Al Shabaab che potrebbero nascondersi nella comunità di Garissa.

Su Twitter, con l’hashtag #147notjustanumber, i keniani ricordano i nomi e le storie degli studenti uccisi:

“Le cerimonie del nome sono importanti per la cultura africana”, spiega su Twitter l’attivista e cofondatrice dell’applicazione Ushahidi Ory Okolloh. “Dare un nome dà significato alla vita passata, presente e futura. Quindi li nomineremo uno a uno”, scrive Okolloh parlando degli studenti uccisi a Garissa.

I parenti identificano le vittime della strage di Garissa, in Kenya

I parenti delle vittime dell’attentato a Garissa, in Kenya, hanno avuto il difficile compito di identificarle. L’attacco, compiuto dai jihadisti di Al Shabaab, ha causato almeno 148 morti. Leggi

L’aviazione keniana bombarda due basi di Al Shabaab

L’aviazione keniana ha bombardato due basi del gruppo jihadista Al Shabaab in Somalia, come ha confermato un portavoce dell’esercito alla Bbc. Gli aerei hanno cercato di colpire due basi nella regione di Gedo, usata di solito da Al Shabaab per entrare in Kenya. Si tratta della prima risposta alla strage nel campus universitario di Garissa, dove un commando del gruppo terrorista somalo ha ucciso 148 studenti.

Non volevo vedere quella foto

Ho fatto di tutto per non incrociarla su Twitter. Ma quella foto si è imposta a me con il suo carico di morte e disperazione. Corpi giovani, privati di futuro, seminudi, ammazzati come topi. Ragazzi che il giorno prima di quel massacro pensavano ai loro amori, agli esami, a un viaggio da fare, alla festa di fine corso, all’ultima canzone di quel gruppo rap che va per la maggiore. Ragazzi con pensieri semplici e bellissimi. Ragazzi come lo sono stata io a vent’anni. Poi la morte, brutale, assassina. Leggi

Rafforzate le misure di sicurezza nelle chiese in Kenya per paura di attentati

Dopo l’attacco all’università di Garissa di giovedì 2 aprile, quando un gruppo di miliziani di Al Shabaab ha ucciso almeno 148 studenti, il governo keniano ha innalzato le misure di sicurezza durante le celebrazioni della Pasqua. In molte chiese sono state inviate guardie armate e agenti di polizia per proteggere i fedeli: nella cattedrale della Santa Famiglia di Nairobi la celebrazione della messa pasquale è difesa da poliziotti con mitra e per entrare in chiesa i fedeli devono passare attraverso un metal detector.

Innalzato anche il livello di allerta nei luoghi pubblici della capitale e nella regione della costa orientale. Willybard Lagho, prete cattolico di Mombasa, ha dichiarato che alcune chiese hanno assunto guardie di sicurezza private per proteggere le celebrazioni della domenica di Pasqua.

In Kenya i cristiani sono l’83 per cento su una popolazione di 44 milioni di persone. Dopo il massacro di Garissa Al Shabaab ieri ha minacciato nuovi attacchi evocando una “lunga e terribile guerra” e un “nuovo bagno di sangue”.

A Garissa e in quattro contee confinanti con la Somalia il governo ha imposto un coprifuoco e ha inviato elicotteri a monitorare il territorio. Dopo l’attacco il governo era stato criticato per aver trascurato il problema della sicurezza nella regione, nonostante cittadini e amministratori avessero ripetutamente espresso al governo i loro timori su possibili attacchi. Reuters

Il presidente del Kenya proclama tre giorni di lutto nazionale

In un discorso alla televisione, il presidente del Kenya Uhuru Kenyatta ha proclamato tre giorni di lutto nazionale dopo l’attacco del 2 aprile al campus universitario di Garissa, che ha provocato 148 morti. Kenyatta ha promesso di “rispondere il più severamente possibile” all’attentato del gruppo somalo Al Shabaab, assicurando che il paese non si piegherà alla minaccia dei jihadisti. Il Kenya, ha detto il presidente, farà di tutto per difendere il proprio stile di vita e impedirà la creazione di un califfato islamico.

Secondo Kenyatta il compito di contrastare il terrorismo è complicato dal fatto che “gli organizzatori e i finanziatori di questa violenza sono profondamente radicati nelle nostre comunità”. Afp

La conta dei sopravvissuti

I familiari delle vittime dell’attacco al campus universitario di Garissa, in Kenya, vengono assistiti dagli operatori della Croce rossa nella capitale Nairobi. Sono ancora molte le vittime che devono essere identificate. Si tratta soprattutto di studenti provenienti da altre zone del paese. Secondo l’ultimo bilancio, le vittime del commando del gruppo jihadista Al Shabaab sono 148, ma il numero potrebbe crescere, perché molti studenti sono ancora dispersi.

Il governo keniano sotto accusa per la gestione della sicurezza

Dopo l’attentato dei terroristi di Al Shabaab all’università di Garissa, in cui sono morte almeno 147 persone, il ministro dell’interno keniano Joseph Nkaiserry ha dichiarato che “il governo non si farà intimidire dai terroristi”. La mattina del 2 aprile un gruppo di uomini armati ha attaccato il campus di Garissa, nell’omonimo stato, prendendo in ostaggio centinaia di studenti con l’obiettivo di uccidere “coloro che sono contro Al Shabaab”. Giovedì sera nella città di Garissa e in tre località della zona è stato imposto il coprifuoco. Leggi

Arriva l’esercito all’università di Garissa

Proseguono gli scontri all’interno del campus universitario di Garissa, preso d’assalto da un commando dei jihadisti di Al Shabaab all’alba. Gli assalitori sarebbero in cinque. Secondo un bilancio provvisorio, le vittime sono almeno quindici e i feriti più di sessanta. In un breve discorso alla nazione, il presidente Uhuru Kenyatta ha esortato i suoi concittadini a rimanere calmi e si è impegnato a fornire nuove informazioni sull’attacco non appena saranno disponibili. Il presidente ha anche assicurato che le procedure per reclutare diecimila nuovi agenti di polizia saranno velocizzate in seguito all’attacco.

Intanto a Garissa sono arrivati i carri armati dell’esercito nel tentativo di liberare gli ostaggi ancora dentro il campus.

Cosa sappiamo dell’attacco all’università di Garissa

Questa mattina alle 5.30 (ora locale) un gruppo di uomini armati ha attaccato l’università di Garissa, in Kenya, che si trova al confine con la Somalia, a 380 chilometri da Nairobi. Il campus è stato aperto nel 2011 e si tratta dell’unica università pubblica della regione. Nel 2013 erano più 480 gli studenti immatricolati.

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