Il 4 dicembre 2016 i cittadini italiani sono andati a votare al referendum per approvare o respingere la riforma della carta costituzionale proposta dal governo.
Matteo Renzi è salito al Quirinale il 5 dicembre del 2015 per rassegnare le dimissioni, dopo la sconfitta del sì al referendum costituzionale, ma il presidente della repubblica Sergio Mattarella gli ha chiesto di rinviare le dimissioni fino a quando la legge di stabilità non sarà stata approvata. Il voto di fiducia sulla legge di bilancio ci sarà il 7 dicembre. Ecco cosa succederà dopo. Leggi
Dopo l’esito del referendum costituzionale, è importante guardare da vicino i dati sulla distribuzione del voto e la loro correlazione con quelli economici e sociali: non sempre netta e prevedibile, e a volte sorprendente. Ma utile per provare a capire cos’è successo invece di inveire contro chi non ha capito niente, sport molto praticato da tutti e due gli schieramenti. Leggi
L’imprevisto è il sale della politica: quello che all’improvviso la costringe a fare il salto da ciò che c’è a ciò che può essere, ridandole per ciò stesso vita e senso. Diciotto e passa punti di scarto fra il no e il sì alla riforma governativa della costituzione non se li aspettava nessuno, né fra chi aveva scelto il sì né fra chi aveva scelto il no. Che questa sorpresa sia la molla per un salto di immaginazione politica è l’augurio del day after che dobbiamo farci tutti, rispondendo con la fiducia nella democrazia a chi insiste tristemente a vederci un salto nel buio. Leggi
La stampa europea riconosce che la vittoria senza appello del “no” al referendum costituzionale voluto da Matteo Renzi costituisce anzitutto una sconfitta per il presidente del consiglio dimissionario, che apre un periodo di incertezza reso ancor più preoccupante dalla prospettiva di un successo del Movimento 5 stelle alle prossime elezioni. Leggi
La vittoria schiacciante del no al referendum sulla riforma costituzionale porta alla luce un evidente limite politico di Matteo Renzi, in realtà riscontrabile da quando è diventato primo ministro e, ancor prima, fin da quando è stato eletto segretario del Partito democratico. Leggi
Schierandosi dalla parte di un ecologista di 71 anni, Alexander Van der Bellen, che ha vinto le elezioni con il 53 per cento dei voti, l’Austria ha ricordato che il voto della collera e del rifiuto non è ineluttabile in occidente. Gli italiani non hanno votato per l’estrema destra, ma hanno detto no a un progetto di riforma costituzionale sottoposto a referendum e bersaglio delle critiche di tutte le forze politiche. Leggi
Il prossimo 4 dicembre i cittadini italiani sono chiamati a esprimersi sulla riforma costituzionale proposta dal governo di Matteo Renzi. Secondo alcuni, la riforma attuale ricalca quella del 2006 proposta da Silvio Berlusconi e bocciata in un referendum costituzionale. Ecco le due riforme a confronto. Leggi
Voterò sì per tre ragioni: la prima relativa al merito della riforma, la seconda relativa alle sue conseguenze politiche, la terza relativa al modo in cui una parte cospicua dei fautori del no ha difeso il suo punto di vista. Leggi
Si comincia a discutere sulle regole quando le cose non vanno e non si ha la forza – il coraggio, l’intelligenza – di confrontarsi di più sulle idee. Il referendum del 4 dicembre è diventato l’espressione di un paradosso politico: di fronte alla disaffezione sempre più evidente per i partiti e per tutti i cosiddetti corpi intermedi, si è pensato di mettere in scena un derby sulla costituzione, con una mobilitazione di massa che forse avrebbe meritato migliori cause. Leggi
Forse questo referendum non andava fatto così. Votando in blocco un insieme così vario di modifiche, finiremo inevitabilmente per votare su altro, Renzi sì o Renzi no, e non sulla riforma della costituzione. Forse bisognava suddividere il quesito in domande separate. In ogni caso, una domanda da farsi è se la costituzione sia il vero problema, se sia urgente una sua riforma, e se cambiando la costituzione sia possibile risolvere tutti i guai che affliggono l’Italia. Leggi
Il 4 dicembre i cittadini italiani saranno chiamati a votare pro o contro la riforma costituzionale. Di fatto il quesito si è trasformato in gran parte in un voto sul governo di Matteo Renzi. Ma occorre interrogarsi sul significato del no al di là della personalizzazione dello scrutinio. Leggi
È assolutamente possibile che il 4 dicembre le presidenziali austriache sanciscano l’elezione di un candidato di estrema destra e che il fallimento del referendum costituzionale italiano apra una crisi politica che andrebbe a beneficio del movimento di Beppe Grillo. Leggi
Il 4 dicembre gli elettori italiani andranno a votare per approvare o respingere attraverso un referendum la riforma della costituzione che prevede tra le altre cose, il superamento del bicameralismo paritario delle istituzioni italiane. La funzione legislativa del senato sarà limitata e il numero dei senatori ridotto. Ma come funziona in altri paesi europei? Leggi
Mancano pochi giorni al fatidico 4 dicembre, e stando a quel che passano governo e mezzi d’informazione non è chiaro su cosa stiamo per andare a votare. Sul governo? Sullo spettro a cinque stelle che incombe? Sullo spread? Sui diktat dei mercati? Sui desiderata della Bce, di Angela Merkel, di Marchionne, del Financial Times, dell’Economist? Sull’eterogeneità dell’“accozzaglia” per il no e sulla rassicurante omogeneità della coalizione Renzi-Verdini per il sì? Leggi
In occasione del referendum costituzionale del 4 dicembre sono emerse diverse polemiche legate al voto degli italiani che vivono all’estero. Le critiche riguardano principalmente i costi e la sicurezza del voto per corrispondenza. Il comitato del no al referendum ha già annunciato che, in caso di vittoria del sì, presenterà un ricorso legato proprio ai voti degli italiani all’estero. Leggi
I mercati non si sono spaventati per la vittoria di Donald Trump negli Stati Uniti, ma temono come la peste il fatto che in Italia la costituzione resti così com’è. Questa è la situazione, stando ai commenti, alle previsioni, alle analisi autorevoli sui mezzi d’informazione. Leggi
Il 4 dicembre, dalle 7 alle 23, gli italiani andranno a votare al referendum costituzionale per approvare o respingere la riforma della carta costituzionale, voluta dal governo Renzi. La riforma riguarda più di un terzo della costituzione (47 articoli) ed è la più vasta dal 1948, quando la costituzione italiana è entrata in vigore. Domande e risposte, il punto di vista del sì e quello del no. Leggi
Se la riforma costituzionale voluta da Renzi va nella giusta direzione per uno snellimento delle procedure e una maggiore stabilità politica, la nuova legge elettorale, l’Italicum, pone seri problemi, come sostengono i suoi oppositori. Inoltre, il presidente del consiglio ha commesso l’errore di personalizzare il risultato referendario, presentandolo come un voto su di lui e il suo governo. Leggi
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