I tassi di vaccinazione dei bambini nel mondo non sono ancora tornati ai livelli precedenti alla pandemia di covid-19, hanno avvertito il 15 luglio due agenzie delle Nazioni Unite. Leggi
Gli eventi estremi alimentati dalla crisi climatica – dalle alluvioni agli episodi di siccità, dai cicloni agli incendi – hanno costretto 43,1 milioni di bambini a lasciare le loro case tra il 2016 e il 2021. Leggi
“Prima ancora che un bambino faccia il suo primo respiro, le sue probabilità di sopravvivenza sono segnate da circostanze indipendenti dalla sua volontà: il suo sesso, il luogo di nascita, lo status sociale ed economico della sua famiglia”. A fare una panoramica dei dati sulle condizioni di vita dei bambini negli ultimi 25 anni è l’Unicef, nel suo rapporto Progress for children. Leggi
In occasione della Giornata mondiale contro lo sfruttamento del lavoro minorile, l’Unicef ha dichiarato che nel mondo 150 milioni di bambini tra i 5 e i 14 anni sono costretti a lavorare, si tratta di circa il 16 per cento di tutti i bambini e i ragazzi in quella fascia di età. Nei paesi in via di sviluppo il fenomeno è anche peggiore: “Circa un bambino o un ragazzo su quattro (tra i 5 e i 14 anni) lavora, correndo seri rischi per la sua salute e il suo sviluppo”.
Il più alto tasso di bambini lavoratori si trova nell’Africa subsahariana (il 25 per cento di quelli tra i 5 e i 14 anni). In Asia meridionale, il 12 per cento dei bambini nella stessa fascia di età svolge lavori potenzialmente dannosi, rispetto al 5 per cento dei bambini che vivono in Europa centrale e orientale, la regione con il minor tasso di bambini lavoratori. Nei paesi più poveri del mondo, circa un bambino su quattro lavora e questo è potenzialmente dannoso per la sua salute. La disparità di genere si verifica a seconda delle attività svolte, le bambine hanno più probabilità di essere sfruttate per i lavori domestici. Ma hanno le stesse probabilità di lavorare dei bambini maschi.
In Asia meridionale sono 77 milioni i bambini lavoratori. In Pakistan l’88 per cento dei bambini tra i 7 e i 14 anni che non vanno a scuola, lavora. In Bangladesh sono il 48 per cento, in India il 40 per cento e in Sri Lanka il 10 per cento.
Nella Repubblica Centrafricana i capi di otto gruppi armati si sono impegnati in una cerimonia pubblica a Bangui a liberare migliaia di bambini soldato. Lo ha annunciato il Fondo Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef), secondo cui l’accordo riguarderebbe da 6mila a 10mila bambini usati nei combattimenti ma anche come messaggeri, cuochi o schiavi sessuali.
“È una tappa importante nella protezione dei bambini nel paese”, ha dichiarato Mohamed Malick Fall, rappresentante Unicef nel paese. I leader dei gruppi armati avrebbero aderito anche a un accordo per fermare il reclutamento di nuovi bambini soldato.
La Repubblica Centrafricana vive una situazione di conflitto da oltre un anno e mezzo, con scontri tra i miliziani anti-balaka, in parte cristiani, e quelli Séléka, in parte musulmani, che nel 2013 hanno deposto il presidente François Bozizé. Nonostante la formazione di un governo di transizione guidato da Catherine Samba-Panza, dall’inizio di ottobre le violenze tra i gruppi si sono intensificate.
Sono almeno 115 i bambini rimasti uccisi nel conflitto nello Yemen, secondo l’ultimo rapporto del Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia (Unicef). La metà sono vittime dei raid della coalizione guidata dall’Arabia Saudita, che dal 26 marzo bombarda il paese per fermare l’avanzata dei ribelli sciiti houthi. Gli altri sono rimasti uccisi da mine, colpi di arma da fuoco e granate. I bombardamenti della coalizione sono ancora in corso, nonostante la tregua annunciata da Riyadh.
I civili uccisi nel conflitto sono almeno 551, secondo le ultime stime dell’Onu, e 150mila persone hanno dovuto abbandonare le proprie case.
Una milizia sudsudanese ha liberato 280 bambini soldato nell’ambito di un accordo con il governo per il rilascio di un totale di tremila combattenti minorenni. Lo ha reso noto l’Unicef, che ha contribuito a negoziare l’accordo. Gli altri bambini saranno rilasciati nelle prossime settimane. Erano stati reclutati da una milizia chiamata South Sudan democratic army cobra faction.
Secondo l’Unicef, da quando nel dicembre del 2013 nel paese è scoppiata la guerra civile tra milizie fedeli al presidente Salva Kiir e quelle legate al suo ex vice Riek Machar, circa dodicimila bambini sono stati reclutati da diverse milizie. Bbc
La crisi economica che ha colpito i paesi ricchi non ha risparmiato i bambini. Il rapporto dell’Unicef. Leggi
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