L’attivista climatica svedese Greta Thunberg è stata arrestata il 17 ottobre a Londra, nel Regno Unito, durante un’iniziativa di protesta contro una conferenza internazionale sul petrolio e sul gas.
Il 17 ottobre alcune centinaia di manifestanti hanno interrotto il primo giorno dell’Energy intelligence forum – una conferenza a cui partecipano alcuni dei principali rappresentanti dell’industria del petrolio – bloccando gli ingressi dell’hotel InterContinental che ospitava l’evento.
Thunberg è stata arrestata da alcuni agenti e fatta salire su un furgone della polizia.
La polizia ha annunciato sul social network X di aver arrestato cinque attivisti accusati di “aver bloccato il passaggio in una strada pubblica”.
Nel corso di una conferenza stampa che ha preceduto il suo arresto, Thunberg si è schierata contro una conferenza in cui “dietro a porte chiuse politici di basso livello fanno accordi con i lobbisti della distruttiva industria dei combustibili fossili”.
Il 17 ottobre, nel primo dei tre giorni dell’Energy intelligence forum, sono previsti gli interventi dell’amministratore delegato di TotalEnergies Patrick Pouyanné e di quello di Shell Wael Sawan.
Profitti da record
Accompagnati dal suono dei tamburi, i manifestanti hanno scandito una serie di slogan, tra cui “stop al petrolio, stop al gas” e “niente ci può fermare, un altro mondo è possibile”. Uno striscione con la scritta “i magnati del petrolio devono pagare il conto” è stato srotolato dagli attivisti dell’ong Greenpeace, che hanno scalato la facciata dell’hotel.
“Ho sei nipoti e non riesco a immaginare che futuro potranno mai avere”, ha dichiarato all’Afp Doro Marden, una pensionata di Londra di 75 anni.
Secondo l’ong Fossil free London, che ha organizzato la protesta, “la stragrande maggioranza dei profitti da record registrati nel 2022 dalle aziende del settore è stata reinvestita nell’espansione dei combustibili fossili, non nella transizione ecologica che dicono di sostenere”.
Amin Nasser, a capo del gigante saudita Aramco, ha ribadito durante la conferenza che “servono nuovi investimenti nei combustibili fossili per contrastare il declino di molti giacimenti petroliferi”.
I manifestanti hanno anche contestato il fatto che la conferenza delle Nazioni Unite sul clima Cop28, in programma dal 30 novembre al 12 dicembre a Dubai, sarà presieduta da Sultan al Jaber, il capo dell’azienda petrolifera statale degli Emirati Arabi Uniti.
“Sappiamo bene che la lobby dei combustibili fossili interferisce da decenni sui lavori delle conferenze internazionali sul clima”, ha affermato Thunberg prima di essere arrestata, aggiungendo che la scelta del presidente della Cop28 “fa capire che non si arriverà mai alla drastica riduzione delle emissioni di gas serra che è indispensabile per salvare il pianeta”.