Gli Stati Uniti hanno annunciato il 18 ottobre un parziale allentamento delle sanzioni contro il Venezuela dopo la firma, avvenuta il giorno prima, di un accordo tra il governo e l’opposizione venezuelani sull’organizzazione delle elezioni presidenziali nella seconda metà del 2024.
“Il dipartimento del tesoro ha autorizzato transazioni con il Venezuela nel settore del petrolio e del gas, oltre che in quello dell’oro”, ha affermato in un comunicato stampa Brian Nelson, sottosegretario al tesoro per il terrorismo e l’intelligence finanziaria.
In sostanza il governo statunitense ha autorizzato l’acquisto di petrolio e gas venezuelani per un periodo di sei mesi, che potrà essere rinnovato se “il Venezuela rispetterà gli impegni presi riguardo alle elezioni e ai detenuti”.
Per quanto riguarda il settore dell’oro, non è stato fissato alcun limite di tempo in quanto il dipartimento del tesoro punta a “ridurre il commercio di oro sul mercato nero”.
Gli Stati Uniti hanno anche autorizzato nuovi scambi di titoli del debito venezuelano sul mercato secondario, anche se rimane in vigore il divieto sul mercato primario, cioè sui titoli di debito di nuova emissione.
L’allentamento delle sanzioni sul petrolio venezuelano era atteso dai mercati, che avevano anticipato questo sviluppo nei giorni scorsi, con un calo del prezzo al barile nonostante la guerra tra Israele e Hamas.
Tuttavia, il congelamento dei beni venezuelani e altre sanzioni rimangono in vigore.
Colloqui a Barbados
Il 17 ottobre, nel corso di alcuni colloqui a Barbados, con la mediazione della Norvegia, il governo e l’opposizione venezuelani hanno raggiunto un accordo per organizzare le elezioni presidenziali, con il monitoraggio di osservatori internazionali, nella seconda metà del 2024.
L’opposizione non ha mai riconosciuto la vittoria del presidente Nicolás Maduro nelle presidenziali del 2018, denunciando gravi irregolarità.
Nel 2019 Washington ha rafforzato le sanzioni contro Caracas, imposte nel 2015 in seguito alla repressione delle manifestazioni antigovernative.
Sempre nel 2019 Washington, insieme a una parte della comunità internazionale, ha riconosciuto il leader dell’opposizione Juan Guaidó come “presidente ad interim”.
Nel gennaio scorso l’opposizione ha rinunciato a rivendicare la “presidenza ad interim”.