La Commissione europea ha annunciato il 16 novembre che rinnoverà l’autorizzazione del glifosato nell’Unione europea per altri dieci anni, dopo che in una votazione degli stati membri non è stata raggiunta la maggioranza qualificata richiesta.
A sostegno della sua decisione, la Commissione ha citato un rapporto dell’Autorità europea per la sicurezza alimentare (Efsa) in base al quale il livello di rischio non giustifica un divieto del controverso erbicida.
L’attuale autorizzazione per il glifosato, rinnovata nel 2017 per cinque anni e poi prorogata di un ulteriore anno, scade il 15 dicembre. In assenza di un voto favorevole o contrario a maggioranza qualificata dei ventisette, la decisione spetta alla Commissione.
“La Commissione rinnoverà l’autorizzazione del glifosato per un periodo di dieci anni, con alcune nuove condizioni e restrizioni”, si legge in un comunicato stampa.
In particolare, il glifosato non potrà essere usato per far seccare le colture prima della raccolta.
Il glifosato, un composto chimico presente in vari erbicidi (tra cui il Roundup della Monsanto, molto diffuso nel mondo), è stato classificato nel 2015 come “probabilmente cancerogeno” dall’Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).
A luglio, invece, l’Efsa ha affermato di non aver individuato rischi per gli esseri umani, gli animali o l’ambiente tali da impedire l’autorizzazione dell’erbicida, pur riconoscendo che non ci sono certezze.
Il principio di precauzione
La multinazionale farmaceutica Bayer, che ha acquisito la Monsanto nel 2018, ha accolto con favore l’annuncio della Commissione europea. “Il rinnovo ci permette di continuare a fornire una tecnologia importante agli agricoltori dell’Unione europea”, ha dichiarato un portavoce.
Come nella precedente votazione che si è tenuta a ottobre, il 16 novembre i ventisette non hanno raggiunto la soglia necessaria per approvare o respingere la proposta della Commissione. La maggioranza qualificata è di quindici stati che rappresentino almeno il 65 per cento della popolazione dell’Unione europea.
Secondo fonti diplomatiche, sette paesi si sono astenuti, tra cui Francia, Germania e Italia, mentre diciassette hanno votato a favore e tre contro, tra cui il Lussemburgo.
Il 15 novembre il ministro dell’agricoltura francese Marc Fesneau ha affermato che un divieto totale del glifosato non è praticabile al momento a causa della mancanza di alternative per gli agricoltori.
Le ong Foodwatch e Générations futures hanno definito l’astensione francese “un tradimento della promessa fatta dal presidente Emmanuel Macron nel 2017”.
Secondo le due ong, il rinnovo dell’autorizzazione “va contro il principio di precauzione, mentre le prove della pericolosità del glifosato per gli esseri umani e l’ambiente si moltiplicano”.