Un palestinese davanti alle macerie della sua casa a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, 20 novembre 2023. (Said Khatib, Afp)

Almeno dodici persone tra pazienti e familiari sono morte in un attacco dell’esercito israeliano all’ospedale indonesiano del campo profughi di Jabalia, nel nord della Striscia di Gaza, ha affermato il 20 novembre Ashraf al Qidreh, portavoce del ministero della salute di Hamas.

“L’esercito israeliano sta assediando l’ospedale indonesiano, che ospita circa settecento persone tra pazienti, medici e infermieri, come ha già fatto con l’ospedale Al Shifa a Gaza”, ha aggiunto.

Secondo le autorità di Hamas, decine di carri armati e veicoli blindati hanno aperto il fuoco contro la struttura.

Il 20 novembre le forze israeliane hanno ampliato le operazioni contro Hamas nel nord della Striscia di Gaza, mentre continuano i negoziati sulla liberazione degli ostaggi in cambio di una tregua.

Il 19 novembre violenti combattimenti sono stati segnalati nel centro della città di Gaza.

Un giornalista dell’Afp ha invece riferito di un raid aereo contro il campo profughi di Jabalia. Secondo il ministero della salute di Hamas, 41 membri di una stessa famiglia sono morti nel bombardamento della loro casa.

L’esercito israeliano ha affermato di aver “esteso le operazioni in nuove aree della Striscia di Gaza”, e in particolare a Jabalia. Cinque soldati sono rimasti uccisi, portando il totale dall’inizio dell’offensiva di terra a 64.

Trenta neonati trasferiti

L’ospedale Al Shifa, il più grande della Striscia di Gaza, è ormai interamente controllato dall’esercito israeliano, che ha dichiarato di aver scoperto sotto la struttura un tunnel lungo 55 metri, a circa dieci metri di profondità, con “lanciagranate, esplosivi e fucili automatici Ak-47”.

La sera del 19 novembre l’esercito israeliano ha diffuso alcune immagini, riprese dalle videocamere di sorveglianza dell’ospedale Al Shifa, che mostrano alcuni degli ostaggi rapiti il 7 ottobre, il giorno dell’attacco senza precedenti di Hamas in territorio israeliano.

Più di trenta neonati prematuri sono stati trasferiti il 19 novembre dall’ospedale Al Shifa a una struttura a Rafah, nella parte sud della Striscia di Gaza, per ricevere “cure urgenti nell’unità di terapia intensiva neonatale”, ha affermato Tedros Adhanom Ghebreyesus, direttore generale dell’Organizzazione mondiale della sanità (Oms).

Otto neonati sono morti a causa della mancanza di elettricità prima di essere trasferiti, due dei quali la mattina del 19 novembre, ha dichiarato alla stampa Mohammed Zaqut, direttore generale degli ospedali della Striscia di Gaza.

Il 18 novembre Ghebreyesus aveva descritto l’ospedale Al Shifa come un “luogo di morte, in cui la situazione è disperata a causa della mancanza di acqua, elettricità, medicinali e attrezzature mediche”.

L’Oms sta organizzando il trasferimento dei 291 pazienti ancora presenti nella struttura in altri ospedali della Striscia di Gaza.

Secondo le autorità di Hamas, l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza ha causato finora la morte di tredicimila persone, tra cui più di 5.500 bambini. L’attacco senza precedenti di Hamas in territorio israeliano del 7 ottobre ha invece causato circa 1.200 vittime in Israele. Secondo le stime dell’esercito israeliano, il 7 ottobre Hamas ha preso in ostaggio circa 240 persone.

Secondo le Nazioni Unite, dall’inizio del conflitto più di due terzi dei 2,4 milioni di abitanti della Striscia di Gaza sono stati costretti a lasciare le loro case. La maggior parte è fuggita verso sud dalla parte nord del territorio, dove infuriano i combattimenti.

Vicino un accordo sugli ostaggi

Il 19 novembre Volker Türk, alto commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, ha condannato le stragi compiute nella Striscia di Gaza nel fine settimana, affermando che alcune azioni dell’esercito israeliano, tra cui l’attacco alla scuola di Jabalia con almeno cinquanta vittime, potrebbero costituire “crimini di guerra”.

Il presidente francese Emmanuel Macron ha lamentato in un colloquio con il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu “le troppe vittime civili a Gaza”, ricordandogli la “necessità di distinguere tra terroristi e popolazione”.

“A Gaza è in corso una catastrofe umanitaria”, ha affermato il ministro degli esteri cinese Wang Yi, che il 20 novembre ha ricevuto i ministri degli esteri dell’Autorità nazionale palestinese, dell’Indonesia, dell’Egitto, dell’Arabia Saudita e della Giordania.

Intanto, proseguono i negoziati sugli ostaggi in mano ad Hamas. Il 19 novembre il governo qatariota, che sta conducendo la mediazione, ha dichiarato che rimangono “piccoli ostacoli da rimuovere”.

Jon Finer, viceconsigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti, ha dichiarato all’emittente tv Nbc che un accordo è “più vicino che mai” e prevederà il rilascio di decine di ostaggi in cambio di alcuni giorni di tregua.

In Israele stanno aumentando le pressioni sul governo, che finora ha rifiutato qualsiasi cessate il fuoco senza il rilascio di tutti gli ostaggi. I familiari degli ostaggi parteciperanno a un incontro con il gabinetto di guerra israeliano la sera del 20 novembre.