Il 14 dicembre quattro persone accusate di essere coinvolte nella pianificazione di un attentato terroristico sono state arrestate tra la Danimarca e i Paesi Bassi, hanno annunciato la polizia e i servizi segreti danesi (Pet).
“Il gruppo, che stava preparando un attentato, ha legami con l’estero e con la criminalità organizzata”, ha affermato Flemming Drejer, direttore delle operazioni del Pet, durante una conferenza stampa.
“Tre arresti sono stati effettuati in Danimarca e uno nei Paesi Bassi, ma ci sono altre persone coinvolte all’estero”, ha aggiunto, senza fornire ulteriori dettagli.
La polizia ha annunciato di aver rafforzato la sua presenza a Copenaghen, precisando che la capitale danese è “al sicuro”.
Le autorità non hanno chiarito quale fosse l’obiettivo dell’attacco terroristico.
“Sappiamo da anni che in Danimarca vivono persone che non ci amano, che sono contro la democrazia, la libertà e la nostra società in generale”, ha affermato la premier Mette Frederiksen.
Il Pet ha alzato il livello della minaccia terroristica a “critico” (quattro, in una scala da uno a cinque).
Di recente Danimarca e Svezia sono state contestate nei paesi arabi in seguito alle profanazioni del Corano avvenute sul loro territorio. In Iraq, per esempio, alla fine di luglio centinaia di sostenitori del leader religioso Moqtada al Sadr hanno cercato di fare irruzione nell’ambasciata danese.
Il parlamento danese ha poi approvato una legge che vieta, per motivi di sicurezza nazionale, le profanazioni del Corano sul suo territorio.
L’attentato del 2015
Nel 2006 nel mondo islamico era scoppiata un’ondata di proteste antidanesi dopo la pubblicazione di alcune vignette sul profeta Maometto.
Nel febbraio 2015 Copenaghen era stata colpita da un attacco jihadista ispirato a quelli compiuti un mese prima contro la redazione del settimanale Charlie Hebdo e il negozio Hyper Cacher a Parigi.
L’autore dell’attacco aveva preso di mira un centro culturale in cui era in corso un dibattito sulla libertà d’espressione e la principale sinagoga della città, causando due vittime prima di essere ucciso dalla polizia.
Nel 2022 un tribunale danese aveva condannato a sedici anni di prigione un simpatizzante del gruppo Stato islamico che stava pianificando un attentato con esplosivi nel paese. È la pena più pesante mai comminata in Danimarca per reati di terrorismo.
L’uomo si era dichiarato non colpevole, sostenendo che i dodici chili di polvere da sparo e di sostanze chimiche trovati nascosti nella sua casa servissero a fabbricare fuochi d’artificio.