Il 27 febbraio il parlamento europeo ha approvato di stretta misura una legge sul ripristino degli ecosistemi danneggiati, nonostante la feroce opposizione della destra e delle organizzazioni agricole.
I deputati europei hanno approvato la legge, che punta a contrastare il calo della biodiversità, con 329 voti a favore, 275 contrari e 24 astensioni.
L’accordo su questo testo chiave del Patto verde europeo era stato raggiunto dai negoziatori del parlamento europeo e degli stati membri nel novembre scorso.
La legge, che entrerà in vigore dopo la ratifica degli stati membri, impone ai Ventisette d’introdurre entro il 2030 misure di ripristino degli ecosistemi sul 20 per cento delle aree terrestri e marine dell’Unione europea, definendo piani d’azione nazionali.
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Sono elencati habitat specifici, tra cui zone umide, foreste, fiumi e praterie sottomarine: ogni stato membro dovrà ripristinare almeno il 30 per cento di questi habitat danneggiati entro il 2030, dando la priorità alle aree Natura 2000.
Il testo persegue anche altri obiettivi, tra cui il miglioramento dei criteri di misurazione della salute delle foreste, la rimozione degli ostacoli ai corsi d’acqua e misure contro il declino delle api.
L’esito della votazione era molto incerto. Il Partito popolare europeo (Ppe, centrodestra), la principale forza nel parlamento europeo, aveva chiesto di votare contro, denunciando il “fardello” imposto agli agricoltori.
A tre mesi dalle elezioni europee, gli eurodeputati conservatori hanno ribadito la loro sfiducia nei confronti del Patto verde europeo, un insieme di iniziative per raggiungere la neutralità climatica in Europa entro il 2050, contestato dagli agricoltori in molti paesi.
“Vittoria agrodolce”
Le ong per la tutela dell’ambiente BirdLife, ClientEarth, Eeb e Wwf hanno elogiato i deputati europei, “che hanno ascoltato la scienza senza cedere al populismo”.
“È una vittoria agrodolce”, ha commentato Sini Eräjää, di Greenpeace. “Purtroppo la legge è stata gravemente indebolita”, ha aggiunto, riferendosi agli emendamenti introdotti a luglio su pressione del Ppe.
“La legge è stata formulata male”, ha affermato il tedesco Manfred Weber, capogruppo del Ppe. “Introduce nuove regole per gli agricoltori in un momento in cui la produzione alimentare è sotto pressione”.
L’organizzazione Copa-Cogeca, che riunisce i principali sindacati agricoli europei, si è battuta fino all’ultimo contro disposizioni che considera “irrealistiche e non finanziate”.
“Il problema non sono le leggi ambientali, ma la distruzione della natura e la crisi climatica”, ha dichiarato il socialista spagnolo César Luena, relatore del testo.