All’indomani delle elezioni europee, a Bruxelles sono in corso le grandi manovre per la nomina dei “volti” dell’Unione europea: la tedesca Ursula von der Leyen sembra in buona posizione per ottenere un secondo mandato alla guida della Commissione europea, che però non è scontato.
“Abbiamo vinto le elezioni europee!”, ha affermato la sera del 9 giugno Von der Leyen, che è anche la vicepresidente del Partito popolare europeo (Ppe, centrodestra), la prima forza del parlamento europeo.
Per essere confermata Von der Leyen dovrà innanzitutto ottenere il sostegno del consiglio europeo, l’organismo che riunisce i capi di stato e di governo dei Ventisette, che si riunirà due volte entro la fine del mese.
Dodici dei ventisette membri del consiglio europeo fanno parte del Ppe e, in base a una regola non scritta, la formazione che ottiene la maggioranza relativa nelle elezioni può rivendicare la presidenza della Commissione.
Una volta ottenuto il via libera del consiglio, Von der Leyen dovrà essere confermata dal parlamento europeo, una tappa che si preannuncia più complicata.
Il voto dei 720 eurodeputati potrebbe essere fissato durante la sessione plenaria del 16-19 luglio, ma non è escluso un rinvio a settembre.
Secondo i risultati parziali, Von der Leyen può teoricamente contare sull’appoggio di più di quattrocento eurodeputati che fanno parte dell’attuale grande coalizione, che comprende il Ppe, l’Alleanza progressista dei socialisti e dei democratici (S&d) e i centristi di Renew Europe.
Tuttavia, le votazioni saranno a scrutinio segreto e non sono escluse defezioni, anche all’interno del suo stesso schieramento.
La formazione francese Les republicains (Lr), che fa parte del Ppe, ha già fatto sapere che non voterà per la presidente uscente. E bisogna anche considerare che nel 2019 Von der Leyen aveva ottenuto la conferma del parlamento europeo per appena nove voti.
Von der Leyen potrebbe però cercare di allargare la maggioranza ad altre forze politiche, tra cui i Verdi europei.