Il 25 giugno la corte suprema israeliana ha ordinato l’arruolamento degli studenti ultraortodossi delle yeshiva, le scuole religiose, che finora beneficiavano di un’esenzione dal servizio militare, in un contesto di forti tensioni sulla questione in parlamento e all’interno del governo.
“L’esecutivo non può esentare gli studenti delle yeshiva dalla legge sul servizio militare in assenza di un quadro giuridico appropriato”, ha affermato la corte.
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Cosa succede in Medio Oriente. A cura di Francesca Gnetti. Ogni mercoledì.
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La sentenza arriva in un momento in cui il parlamento sta esaminando un progetto di legge che prevede l’arruolamento graduale degli ultraortodossi, sullo sfondo della guerra nella Striscia di Gaza.
Il servizio militare è obbligatorio in Israele, ma gli ebrei ultraortodossi possono evitarlo dedicandosi allo studio dei testi sacri dell’ebraismo grazie a un’esenzione amministrativa introdotta nel 1948 da David Ben Gurion, fondatore dello stato d’Israele.
Alcuni critici sostengono che il testo all’esame del parlamento, sostenuto dal primo ministro Benjamin Netanyahu, ma non dal ministro della difesa Yoav Gallant, sia insufficiente a soddisfare le esigenze di organico dell’esercito israeliano.
“La mancata attuazione della legge sul servizio militare crea una notevole discriminazione tra chi è tenuto a svolgerlo e chi è esentato”, hanno affermato i giudici della corte suprema nel testo della sentenza.
“In questo momento, con una guerra in corso, questa discriminazione risulta più marcata che mai”, hanno aggiunto.
Il Movimento per un governo di qualità in Israele, uno degli autori del ricorso alla corte suprema, ha invitato “il governo e il ministro della difesa a rispettare la sentenza e a procedere in tempi rapidi all’arruolamento degli studenti delle yeshiva”.
Yitzhak Goldknopf, leader del partito ultraortodosso Ebraismo della torah unito, ha invece espresso “forte delusione” per la sentenza.