Hamas ha annunciato il 23 luglio di aver firmato a Pechino un accordo di “unità nazionale” con altre organizzazioni palestinesi, tra cui il partito rivale Al Fatah. Secondo il governo cinese, l’accordo prevede un’amministrazione congiunta per il dopoguerra.

I rappresentanti di quattordici gruppi palestinesi avevano raggiunto Pechino alcuni giorni fa, su invito della Cina, per lavorare a un’intesa.

Il ministro degli esteri cinese Wang Yi ha accolto in particolare l’alto funzionario di Hamas Abu Marzuq e l’inviato di Al Fatah Mahmoud Aloul.

Secondo il capo della diplomazia cinese, l’accordo prevede la creazione di un “governo ad interim di riconciliazione nazionale”.

“La strada da seguire è l’unità nazionale”, ha affermato Abu Marzuq al termine dei colloqui.

L’annuncio arriva a più di nove mesi dall’inizio della guerra a Gaza.

Secondo le autorità di Hamas, l’offensiva israeliana nella Striscia di Gaza ha causato finora la morte di più di 39mila persone. L’attacco di Hamas in territorio israeliano del 7 ottobre ha invece causato almeno 1.197 vittime in Israele, secondo un conteggio dell’Afp basato sugli ultimi dati israeliani disponibili.

La Cina vorrebbe svolgere un ruolo di mediazione nel conflitto, che è complicato dalla rivalità tra Hamas, il gruppo radicale che governa la Striscia di Gaza, e Al Fatah, il partito nazionalista che amministra parzialmente la Cisgiordania occupata.

“Lo sviluppo più significativo dei colloqui è l’accordo per la formazione nel dopoguerra di un governo ad interim di riconciliazione nazionale”, ha dichiarato Wang nel corso di una conferenza stampa.

“La riconciliazione è una questione interna, ma non può essere raggiunta senza il sostegno della comunità internazionale”, ha aggiunto.

Wang ha invitato gli altri paesi a sostenere il futuro governo palestinese in modo che possa “amministrare con efficacia la Striscia di Gaza e la Cisgiordania”.

Tuttavia, Israele e gli Stati Uniti hanno più volte fatto sapere che non accetteranno la presenza in un futuro governo palestinese di Hamas, che considerano un’organizzazione terroristica.

“Amministrare la Palestina spetta ai palestinesi, non alle potenze straniere”, ha sottolineato Wang.

La Cina ha buoni rapporti con Israele anche se sostiene da decenni la causa palestinese. Favorevole a una soluzione a due stati, Pechino ha già riconosciuto lo stato della Palestina.

Infine, Wang ha lanciato un appello per “un cessate il fuoco completo e duraturo nella Striscia di Gaza, in modo da garantire l’accesso agli aiuti umanitari”.

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