L’esercito israeliano ha annunciato il 1 ottobre di aver avviato un’offensiva di terra contro il gruppo libanese Hezbollah nel sud del Libano, nonostante gli appelli internazionali a un cessate il fuoco.

Dopo il colpo devastante inflitto a Hezbollah con l’uccisione del suo leader Hassan Nasrallah, le autorità israeliane avevano avvertito che la guerra contro il gruppo sciita, alleato di Hamas e sostenuto dall’Iran, non era finita.

L’esercito ha precisato in un comunicato che l’offensiva di terra, cominciata la sera del 30 settembre, sarà “limitata e localizzata, e prenderà di mira obiettivi terroristici e infrastrutture di Hezbollah”.

“Questi obiettivi si trovano nei villaggi vicini al confine e rappresentano una minaccia immediata per gli abitanti del nord d’Israele”, ha aggiunto.

Secondo un funzionario della sicurezza libanese, che ha chiesto di restare anonimo, Israele ha anche condotto nella notte sei bombardamenti nella parte sud di Beirut, dopo che l’esercito aveva ordinato agli abitanti di lasciare la zona.

Il segretario alla difesa statunitense Lloyd Austin ha affermato sul social network X di essere d’accordo con Israele “sulla necessità di smantellare le infrastrutture di Hezbollah per evitare che possa compiere attacchi nel nord d’Israele simili a quello di Hamas del 7 ottobre”.

“Allo stesso tempo bisogna lavorare a una soluzione diplomatica per garantire la sicurezza dei civili su entrambi i lati del confine”, ha aggiunto.

Il 30 settembre il presidente Joe Biden aveva lasciato intendere di essere contrario a un’offensiva di terra israeliana, tornando a chiedere un cessate il fuoco immediato.

“Le forze armate israeliane stanno applicando un piano che era in preparazione da mesi”, ha spiegato l’esercito, aggiungendo che l’aviazione e l’artiglieria stanno sostenendo le forze di terra.

L’esercito ha sottolineato che l’obiettivo principale “è consentire il ritorno a casa di decine di migliaia di sfollati israeliani”.

Il sito d’informazione statunitense Axios ha riferito, citando funzionari israeliani che hanno chiesto di restare anonimi, che l’obiettivo “non è occupare il sud del Libano”.

“I combattenti di Hezbollah sono pronti ad affrontare l’offensiva di terra israeliana”, aveva dichiarato il 30 settembre il numero due del gruppo Naim Qassem in un discorso in tv.

“Le nostre capacità militari sono intatte”, aveva aggiunto.

“L’esercito libanese si sta riposizionando più lontano dal confine”, ha dichiarato all’Afp un alto funzionario militare.

Secondo i mezzi d’informazione statali siriani, l’esecito israeliano ha preso di mira nella notte anche la regione di Damasco, in Siria.

L’agenzia di stampa Sana ha affermato che tre civili sono morti e nove sono rimasti feriti nei raid. Secondo la tv di stato siriana, tra le vittime c’è anche una giornalista, Safaa Ahmad.

Il 20 settembre il segretario generale delle Nazioni Unite António Guterres si era detto contrario a “qualsiasi operazione di terra israeliana in Libano”.

L’Iran ha affermato che non invierà combattenti in Libano per affrontare Israele, aggiungendo che “il Libano ha i mezzi per fronteggiare l’aggressione sionista”.

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