Il 20 marzo Hamas ha annunciato di aver lanciato alcuni razzi contro Tel Aviv per la prima volta dall’inizio della nuova offensiva israeliana nella Striscia di Gaza, che ha già causato centinaia di morti.
In mattinata l’esercito israeliano ha vietato la circolazione sulla strada principale che collega il nord e il sud del territorio, all’altezza del corridoio di Netzarim, dopo che il giorno prima aveva confermato la ripresa di “operazioni di terra mirate”, che si sono aggiunte agli attacchi aerei.
Secondo la difesa civile della Striscia di Gaza, almeno 504 persone, tra cui 190 minorenni, sono state uccise finora nella nuova offensiva israeliana.
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Cosa succede in Medio Oriente. A cura di Francesca Gnetti. Ogni mercoledì.
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Le Brigate Ezzedin al Qassam, il braccio armato di Hamas, hanno rivendicato il lancio di alcuni razzi contro Tel Aviv in risposta alla “strage di civili”.
La difesa aerea israeliana ha riferito di aver intercettato un razzo, mentre altri due sono caduti in aree non popolate.
Dopo settimane di disaccordo sulle modalità di prosecuzione della tregua,
nella notte tra il 17 e il 18 marzo Israele aveva condotto gli attacchi aerei più letali degli ultimi mesi, mentre il primo ministro Benjamin Netanyahu aveva sottolineato che “questo è solo l’inizio”.
Dopo la scadenza della prima fase della tregua, il 1 marzo, Hamas chiedeva di passare alla seconda fase dell’accordo, che prevede un cessate il fuoco permanente, il ritiro completo israeliano dalla Striscia di Gaza e il rilascio di tutti gli ostaggi.
Israele, però, puntava a una proroga della prima fase della tregua fino alla metà di aprile e, per passare alla seconda fase, chiedeva la demilitarizzazione totale di Gaza e la restituzione di tutti gli ostaggi. Per fare pressione su Hamas, aveva anche bloccato la consegna degli aiuti umanitari.
Intanto, il 20 marzo il direttore dell’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa), Philippe Lazzarini, ha deplorato “la serie infinita di prove disumane a cui Israele continua a sottoporre gli abitanti della Striscia di Gaza”.
“Temiamo che il peggio debba ancora venire, considerando l’operazione di terra israeliana che punta a separare il nord e il sud della Striscia”, ha aggiunto, riferendosi al ritorno dei carri armati nel corridoio di Netzarim, che taglia in due il territorio a sud della città di Gaza.