Il 21 marzo il ministro della difesa israeliano Israel Katz ha annunciato che Israele annetterà alcune aree della Striscia di Gaza se Hamas non rilascerà immediatamente tutti gli ostaggi.

“Ho ordinato all’esercito di occupare alcune aree della Striscia, allontanando gli abitanti palestinesi, e di ampliare le zone di sicurezza lungo il confine con Israele”, ha affermato in un comunicato.

“Più a lungo Hamas rifiuterà di liberare gli ostaggi, più perderà territorio, che sarà annesso a Israele”, ha dichiarato.

“Nel frattempo intensificheremo gli attacchi aerei, marittimi e terrestri, ed espanderemo le operazioni di terra, usando tutti i mezzi di pressione militari e politici, compreso il trasferimento forzato degli abitanti verso il sud della Striscia e l’attuazione del piano di trasferimento volontario della popolazione fuori dal territorio proposto dal presidente statunitense Donald Trump”, ha aggiunto.

Dopo settimane di disaccordo sulle modalità di prosecuzione della tregua,
nella notte tra il 17 e il 18 marzo Israele ha lanciato una nuova offensiva nella Striscia di Gaza che, secondo la difesa civile locale, ha causato finora la morte di 504 persone, tra cui 190 minorenni.

Dopo la scadenza della prima fase della tregua, il 1 marzo, Hamas chiedeva di passare alla seconda fase dell’accordo, che prevede un cessate il fuoco permanente, il ritiro completo israeliano dalla Striscia di Gaza e il rilascio di tutti gli ostaggi.

Israele, però, puntava a una proroga della prima fase della tregua fino alla metà di aprile e, per passare alla seconda fase, chiedeva la demilitarizzazione totale di Gaza e la restituzione di tutti gli ostaggi. Per fare pressione su Hamas, aveva anche bloccato la consegna degli aiuti umanitari.

Delle 251 persone rapite durante l’attacco senza precedenti di Hamas del 7 ottobre 2023, 58 si trovano ancora a Gaza, 34 delle quali sono state dichiarate morte dall’esercito israeliano.

Il 20 marzo, in una rara critica al primo ministro Benjamin Netanyahu, senza però nominarlo esplicitamente, il presidente israeliano Isaac Herzog si è detto “turbato” per la ripresa della guerra e ha deplorato “alcune iniziative controverse che creano profonde divisioni nella nostra società”.

Negli ultimi giorni migliaia di persone hanno partecipato a manifestazioni di protesta a Gerusalemme, contestando a Netanyahu di voler continuare la guerra e di mettere a rischio la vita degli ostaggi.

Intanto, il 21 marzo la corte suprema israeliana ha sospeso temporaneamente la decisione del governo di licenziare Ronen Bar, direttore del servizio di sicurezza interno Shin bet, che era ai ferri corti con Netanyahu.