Il 25 marzo centinaia di persone hanno scandito slogan contro Hamas durante una manifestazione per chiedere la fine della guerra a Beit Lahia, nel nord della Striscia di Gaza.

I manifestanti hanno gridato “Fuori Hamas” e “Hamas terrorista”, come hanno riferito alcuni testimoni.

“Non so chi abbia organizzato la manifestazione”, ha affermato Mohammed, un manifestante che non ha voluto fornire il cognome per paura di rappresaglie.

“Ho partecipato perché voglio la fine della guerra”, ha aggiunto, precisando che la manifestazione “è stata interrotta da membri delle forze di sicurezza di Hamas in borghese”.

Majdi, un altro manifestante che non ha voluto fornire il cognome, ha spiegato che “la gente non ce la fa più”. “Se la soluzione è che Hamas lasci il potere a Gaza, perché non lo fa?”, ha dichiarato.

Sulla piattaforma di messaggistica Telegram circolano degli inviti a manifestare il 26 marzo in altre località della Striscia di Gaza.

Il governo israeliano ha chiesto più volte agli abitanti della Striscia di Gaza di ribellarsi al gruppo palestinese al potere nel territorio dal 2007.

Il 18 marzo l’esercito israeliano ha lanciato una nuova offensiva a Gaza in seguito ai disaccordi con Hamas sulle modalità di prosecuzione della tregua. Secondo un bilancio fornito il 26 marzo, almeno 830 palestinesi sono morti finora nella nuova offensiva.

La situazione umanitaria è catastrofica, anche perché Israele sta bloccando dal 2 marzo la consegna degli aiuti internazionali.

Valutare il reale sostegno ad Hamas nella Striscia di Gaza è molto difficile. Secondo un sondaggio realizzato nel settembre scorso dal Palestinian center for policy and survey research, il 35 per cento degli intervistati sosteneva Hamas e il 26 per cento Al Fatah, la formazione del presidente palestinese Abu Mazen.

Il 22 marzo il portavoce di Al Fatah nella Striscia, Mounther Hayek, aveva esortato Hamas a lasciare il potere, avvertendo che in caso contrario “la guerra in corso potrebbe mettere fine all’esistenza dei palestinesi a Gaza”.