La guerra commerciale mondiale si è improvvisamente trasformata in un duello tra superpotenze: il 9 aprile il presidente statunitense Donald Trump ha sospeso i dazi doganali aggiuntivi nei confronti di decine di paesi, ma ha aumentato quelli imposti alla Cina, portandoli al 125 per cento.
“Bisogna essere flessibili”, ha affermato Trump durante un incontro con la stampa alla Casa Bianca, riconoscendo che la sua offensiva commerciale ha “un po’ spaventato gli investitori”.
In particolare, il presidente ha riconosciuto di aver tenuto conto del mercato obbligazionario, dove il debito degli Stati Uniti, considerato il bene rifugio per eccellenza, ha subìto forti turbolenze negli ultimi giorni.
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Rimproverando alla Cina una “mancanza di rispetto”, Trump ha però annunciato sul suo social network Truth Social un aumento con effetto immediato al 125 per cento dei dazi sui prodotti cinesi.
Il 9 aprile Pechino aveva affermato che i dazi sui prodotti statunitensi sarebbero passati dal 34 all’84 per cento.
Il presidente statunitense ha inoltre assicurato che “più di settantacinque paesi” si sono fatti avanti per negoziare un accordo commerciale con gli Stati Uniti.
Trump ha fatto sapere che sospenderà per novanta giorni i dazi aggiuntivi imposti a questi paesi, limitandoli al 10 per cento per tutti.
Per quanto riguarda la Cina, ha detto che non prevede di aumentarli ulteriormente: “Non penso che sarà necessario. Abbiamo calcolato tutto con grande precisione”.
Dopo l’annuncio di Trump, gli indici Dow Jones e Nasdaq hanno chiuso in forte rialzo a Wall Street, rispettivamente del 7,87 e di più del 12 per cento.
Il 10 aprile anche le principali borse asiatiche hanno chiuso in forte rialzo. A Tokyo l’indice Nikkei ha registrato un aumento del 9,12 per cento.
Poche ore prima della sua spettacolare inversione di rotta, Trump aveva affermato su Truth Social, riferendosi ai buoni affari possibili dopo il crollo dei mercati finanziari: “È IL MOMENTO DI COMPRARE”.
Mentre i sondaggi mostrano una crescente sfiducia dei cittadini statunitensi nei confronti del loro imprevedibile presidente, la sua squadra ha cercato di difenderlo.
“Era la sua strategia fin dall’inizio”, ha assicurato il segretario al tesoro Scott Bessent.
Uno dei suoi più stretti consiglieri, Stephen Miller, ha elogiato la “strategia magistrale e l’audacia del presidente, che hanno permesso d’isolare la Cina”.
L’Unione europea aveva annunciato il 9 aprile delle misure di ritorsione sulle importazioni di prodotti statunitensi per un valore totale di più di venti miliardi di euro.
Bruxelles si era comunque detta pronta a sospendere i dazi “in qualsiasi momento” in caso di accordo “giusto ed equilibrato” con Washington.