Se si andasse alle urne domani, per chi voterebbero i russi? Per quasi vent’anni la risposta è stata scontata. Per quattro volte dal 2000 hanno scelto Vladimir Putin. Una volta hanno votato Dmitrij Medvedev, ma solo perché sapevano che teneva il posto caldo per Putin. Gli intellettuali progressisti sono sempre stati delusi da un panorama politico così omogeneo. Gli oppositori del Cremlino hanno denunciato il fatto che ai candidati indipendenti fosse stato impedito di partecipare alle elezioni.

Questo è sicuramente vero, ma non spiega perché la popolarità di Putin sia sempre stata molto alta e abbia raggiunto l’86 per cento dopo l’annessione della Crimea nel 2014. Da allora è sempre rimasta intorno all’80 per cento, anche se le sanzioni occidentali hanno peggiorato le condizioni di vita nel paese.

Così la notizia che la fiducia dei russi in Putin è crollata al 31,7 per cento è stata uno shock per il Cremlino e per la popolazione in generale. Il sondaggio è stato pubblicato a maggio dall’istituto statale Vciom, che non può essere accusato di slealtà verso il governo. Come previsto, il Cremlino è corso ai ripari. Putin ha ancora cinque anni di governo davanti a sé. Ma questi sondaggi l’hanno messo in agitazione. Dmitrij Peskov, il suo portavoce, ha chiesto spiegazioni e nell’arco di una settimana il Vciom ha pubblicato dati aggiornati: secondo il nuovo sondaggio la fiducia in Putin era tornata a salire, al 72,3 per cento.

Ma nessuno si è lasciato ingannare: per la prima volta in molti anni è risultato chiaro che i russi vogliono un nuovo presidente. Chi sarà, è la domanda da un milione di dollari. Probabilmente sarà qualcuno che si presenterà come la versione “buona” di quello attuale, che prometterà di fare giustizia, e invece continuerà ad approfittare degli irreversibili cambiamenti sociali avviati da VladimirPutin.

Andrei Soldatov è un giornalista d’inchiesta russo, esperto di servizi di sicurezza. Questo testoè un estratto di un articolo pubblicato sul sito Agentura.ru. Presenterà il 3 ottobre il documentario Meeting Gorbachev di Werner Herzog e André Singer. Il 4 ottobre parlerà di Russia e di spie con Irina Borogan, coautrice del libro The compatriots.

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