Per il premier Abiy Ahmed dovevano essere la prova del successo delle sue riforme democratiche, ma sulle elezioni legislative e regionali etiopi del 21 giugno si è allungata l’ombra della guerra, del boicottaggio dell’opposizione, della violenza etnica e delle difficoltà logistiche. Un quinto dei seggi è rimasto chiuso, scrive Africa News. Ad Addis Abeba le operazioni si sono svolte nella calma, con una buona partecipazione degli elettori. Più di 37 milioni di etiopi si erano registrati per scegliere tra novemila candidati di 46 partiti. Il favorito è il Partito della prosperità, fondato dal premier. In un’intervista rilasciata alla **Bbc **il 21 giugno, Abiy ha dichiarato che nel Tigrai non si soffre la fame, un’affermazione che è stata molto criticata all’estero.

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Questo articolo è uscito sul numero 1415 di Internazionale, a pagina 29. Compra questo numero | Abbonati