Navi cariche di eroina, trafficanti che fanno la bella vita, politici disonesti, omicidi in serie. Baronlar savasi (La guerra dei baroni), il romanzo del giornalista turco Timur Soykan, ha tutti gli elementi di un magnifico poliziesco. Tranne per il fatto che è basato su fatti reali e che svela al pubblico l’impunità e in alcuni casi la protezione garantite ai “baroni” della droga. Messo insieme a partire da testimonianze, atti giudiziari e interviste, il libro getta una luce cruda sui rapporti di collusione tra lo stato e le varie bande mafiose, un problema ricorrente in Turchia, che non a caso è chiamata “il Messico d’Europa”. Il libro di Soykan è uscito nel 2020 e sarebbe passato inosservato se le rivelazioni del padrino turco Sedat Peker, i cui video su YouTube hanno quasi raggiunto cento milioni di visualizzazioni, non avessero infiammato gli animi nel paese e fornito un’insperata pubblicità (alimentata poi dai social network) anche a Baronlar savasi, mettendolo al centro dell’attualità. Le Monde

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Questo articolo è uscito sul numero 1423 di Internazionale, a pagina 89. Compra questo numero | Abbonati