Calore, morte, distruzione ed evacuazioni. Ma anche responsabilità da stabilire e domande: cosa dobbiamo imparare per il futuro? Vari luoghi del mondo sono colpiti da incendi, non solo nel Mediterraneo. I roghi riguardano soprattutto aree in cui gli incendi boschivi si verificano spesso, ma ora hanno raggiunto un nuovo livello.

Italia Le regioni Calabria e Sicilia sono state le più colpite. A Floridia, in provincia di Siracusa, si è raggiunta la temperatura record di 48,8 gradi centigradi. Potrebbe essere la più alta mai registrata in Europa, ma la conferma dell’Organizzazione meteorologica mondiale non c’è ancora stata. I roghi hanno diverse cause, ma sono provocati soprattutto dagli esseri umani: negligenza, roghi illegali di rifiuti, incendi dolosi. Questa è una “componente essenziale”, scrive l’organizzazione ambientalista Legambiente. L’obiettivo dei criminali è spesso poter convertire le foreste in redditizi terreni edificabili. Da tempo Legambiente usa un termine per questo fenomeno: ecomafia.–Elisa Britzelmeier

Grecia Quasi seicento incendi in una settimana, circa centomila ettari distrutti: la Grecia ha vissuto, come ha detto il primo ministro Kyriakos Mitsotakis, il “più grande disastro ambientale degli ultimi decenni”. La regione settentrionale dell’isola di Evia è stata praticamente annientata. Le evacuazioni hanno evitato che si ripetesse quello che è successo nel 2018, quando nella cittadina costiera di Mati morirono 102 persone. Ma nel paese si discute su quali siano stati gli errori commessi: vigili del fuoco mal equipaggiati, confusione di competenze tra le autorità, costruzioni illegali nelle aree a rischio. È probabile che la situazione torni sotto controllo nei prossimi giorni, ma sul lungo periodo la Grecia dovrà fare i conti con nuove calamità: secondo l’ultimo rapporto sul clima dell’Onu, in futuro l’area del Mediterraneo sarà sempre più minacciata da temperature estreme e siccità.–Tobias Zick

Turchia Non appena si è riusciti a placare le fiamme, è arrivata l’acqua. Le inondazioni che hanno colpito il nord della Turchia hanno causato quasi ottanta morti. All’origine ci sarebbero le forti piogge. Dopo due settimane di lotta con le fiamme, i vigili del fuoco erano riusciti a riportare sotto controllo un grave incendio nella provincia di Mugla. Dalla fine di luglio sono scoppiati più di duecento incendi e otto persone sono morte. In migliaia hanno perso la casa, gli ettari andati in fumo sono circa 150mila. Gli incendi hanno lasciato devastazioni, paesaggi spettrali con file di alberi carbonizzati, raccolti distrutti e animali morti. E polemiche politiche: l’opposizione parla di cattiva gestione dell’emergenza.–Elisa Britzelmeier

Algeria La rabbia e l’indignazione sono diffuse. Da giorni il paese brucia, almeno novanta persone sono morte e anche qui il governo è convinto che si tratti soprattutto di incendi dolosi. Il presidente Abdelmadjid Tebboune ha detto che 22 sospetti sono stati arrestati. Nella zona di Tizi Ouzou un uomo scambiato per un piromane è stato attaccato dalla folla inferocita e arso vivo. Tizi Ouzou si trova in Cabilia, una regione montuosa nel nordest del paese molto colpita dai roghi. Da giorni manca l’acqua, e generi alimentari e medicinali scarseggiano.–Elisa Britzelmeier

Da sapere
Un anno di fuoco
Numero di ettari di terra bruciati, in migliaia  - Fonte: European forest fire information system
Numero di ettari di terra bruciati, in migliaia (Fonte: European forest fire information system)

California Il nord della California brucia di nuovo. Questa volta il simbolo della devastazione è Greenville, una città della corsa all’oro dove un tempo la gente arrivava con la speranza di una vita migliore. Ora è distrutta dal fuoco. Con un’area di più di duemila chilometri quadrati, l’incendio è il secondo più grande nella storia della California. Hanno bruciato più di mille edifici e sedicimila sono minacciati. Quasi un terzo dei residenti ha dovuto lasciare le proprie case, molti di loro per la terza volta negli ultimi tre anni. “La gente è stanca, la stessa storia si ripete quasi ogni anno”, afferma Dave Woginrich, un vigile del fuoco del distretto colpito. L’unica buona notizia è che quest’anno non ci sono state vittime.–Jürgen Schmieder

Da sapere
Gli ultimi giorni

◆ Dal 16 agosto 2021 un incendio è divampato nella Costa Azzurra, nel sud della Francia. Circa cinquemila ettari di terreno sono bruciati nel più grave incendio del paese, in una delle regioni più turistiche francesi. Una persona è morta e ventidue sono rimaste ferite.

◆Più di settecento ettari di foresta sono bruciati in Marocco in un incendio scoppiato il 14 agosto vicino alla città turistica di Chefchaouen, nel nord del paese. Le temperature hanno raggiunto i 49 gradi.

◆Il 18 agosto un uomo è morto ad Acquaro, in provincia di Vibo Valentia, in Calabria, in un incendio boschivo che ha coinvolto anche il suo appezzamento. Afp

Reuters


Canada Il presagio di quanto sarebbe successo nella Columbia Britannica c’è stato a giugno, quando la temperatura nella cittadina di Lytton ha raggiunto 49 gradi. Le fiamme di solito rigenerano le foreste, ma quest’anno ci sono più di trecento roghi in un’area di quasi seimila chilometri quadrati. Lytton è andata completamente in fumo. Il governo ha ordinato ai canadesi di riempire i serbatoi delle auto e di tenere pronti zaini di emergenza per un’eventuale evacuazione. Più di 31mila edifici sono a rischio.–Jürgen Schmieder

Siberia Nessun paese al mondo ha più foreste della Russia, gran parte delle quali si trova in Siberia. Ormai è normale che la regione bruci in estate. E dato che la Siberia è enorme e per lo più disabitata, la maggior parte degli incendi è lasciata a se stessa. Ma quest’anno troppi fuochi ardono contemporaneamente, e sono particolarmente grandi. Nella sola Jacuzia, ufficialmente chiamata Repubblica di Sacha, più di 6,5 milioni di ettari sono in fiamme o sono andati in fumo. Le fiamme si avvicinano alle aree abitate. I vigili del fuoco spesso le affrontano solo con pale e asce di legno. Gli aerei antincendio sono di scarsa utilità quando i roghi sono così grandi. Centinaia di luoghi sono coperti dal fumo, che arriva fino al polo nord. Il governatore della Jacuzia ha dichiarato una chiusura straordinaria. Il fumo acre è velenoso, la gente deve restare a casa.–Silke Bigalke

Brasile Anche in Sudamerica nuvole nere oscurano il cielo. In Brasile migliaia di ettari sono di nuovo in fiamme. La savana del Cerrado, nel sudest del paese, è particolarmente difficile da spegnere. Brucia anche la foresta pluviale amazzonica e cresce la preoccupazione per il patrimonio naturale. Nel mezzo della crisi economica causata dalla pandemia, sono sempre di più le persone che si spingono nelle foreste e nelle paludi, in cerca di oro o per guadagnarsi da vivere come boscaioli o agricoltori. Non temono punizioni: il governo è dalla parte dell’industria agricola e della lobby dei cercatori d’oro. Inoltre, intere aree del Sudamerica soffrono una grave siccità. La foresta pluviale potrebbe presto arrivare a una situazione critica: in futuro la savana rischia di prendere il posto della giungla.–Christoph Gurk

Africa meridionale Guardando le mappe della Nasa, sembra che gran parte del continente africano sia in fiamme: Sudafrica, Angola, Repubblica Democratica del Congo, Zimbabwe e Mozambico sono colorati di rosso. Da quelle immagini si ha l’impressione che nessuna parte del mondo bruci di più, come se metà dell’Africa fosse in stato d’emergenza. Invece le macchie rosse sulla mappa sono incendi boschivi di piccole e medie dimensioni o sono accesi dagli agricoltori che disboscano i campi. Nelle vaste savane dell’Africa, il fuoco è più un elemento di rinascita che di distruzione. Brucia l’erba secca. Il fuoco fa parte del ciclo della natura, se non ci fosse o si spegnesse sarebbe un grave problema per l’Africa.–Bernd Dörriesnv

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Questo articolo è uscito sul numero 1423 di Internazionale, a pagina 28. Compra questo numero | Abbonati