Polonia e Israele sono ai ferri corti per una legge, promulgata il 15 agosto dal presidente polacco Andrzej Duda, che rende più difficile per i sopravvissuti all’olocausto richiedere la restituzioni dei beni sequestrati dai nazisti e poi confiscati dal regime comunista. Il ministro degli esteri israeliano ha definito la norma “immorale e antisemita” e ha richiamato l’ambasciatore a Varsavia. Il premier polacco Mateusz Morawiecki ha risposto ritirando il suo ambasciatore a Tel Aviv e difendendo la legge, scrive il Times of Israel. Sul fronte dello scontro con l’Unione europea sulla giustizia è stato invece raggiunto un compromesso. Il 17 agosto Varsavia ha fatto sapere che smantellerà la camera disciplinare per i giudici, reputata incompatibile con i valori e le leggi europee dalla Corte di giustizia dell’Unione.
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Questo articolo è uscito sul numero 1423 di Internazionale, a pagina 37. Compra questo numero | Abbonati