“Dopo aver rischiato l’insolvenza, alla fine la Russia si è allontanata dall’orlo del precipizio”, scrive Le Monde. Il 18 marzo, sia pure con due giorni di ritardo, Mosca ha rispettato una scadenza del suo debito pubblico. Il governo russo, infatti, doveva pagare interessi per 117 milioni di dollari. Dopo il congelamento delle riserve estere della sua banca centrale, la Russia aveva annunciato che i creditori dei “paesi ostili” avrebbero ricevuto i loro soldi in rubli, anche se il prestito era in dollari. Tuttavia il giorno del rimborso Mosca ha cercato di fare un’altra manovra: pagare in dollari, ma usando i soldi bloccati dalle sanzioni. “Poteva farlo?”, chiede il quotidiano francese. A quanto pare sì, almeno stando a una clausola che regola le sanzioni decise dal governo statunitense: questa norma, infatti, concede fino al 25 maggio un’esenzione sulle operazioni di rimborso del debito pubblico. Per il momento, conclude Le Monde, “le autorità russe sembrano voler evitare scossoni troppo forti al sistema finanziario del paese”. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1453 di Internazionale, a pagina 100. Compra questo numero | Abbonati