C’è un aspetto poco noto della brutalità della giunta militare birmana: la manipolazione strategica delle vaccinazioni e la negazione dell’assistenza sanitaria di base come arma di guerra, scrive The Diplomat. “Questa terribile violazione dei diritti umani ha implicazioni non solo per la Birmania ma anche per la regione. Da quando i militari hanno preso il potere nel febbraio del 2021, la Birmania è stata sconvolta da una guerra civile e i servizi sanitari del paese sono stati distrutti, in particolare quelli per le cure preventive come il programma di vaccinazione nazionale. Si tratta di una questione di sicurezza regionale. Il numero consistente di profughi non vaccinati e vulnerabili, inclusi migliaia di bambini, rende la Birmania un terreno dove le malattie infettive possono proliferare. La giunta ha reso selettivo l’accesso ai vaccini, che sono distribuiti in base alla lealtà al governo militare, causando un pericoloso calo nei tassi di immunizzazione contro le malattie trasmissibili più comuni”. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1531 di Internazionale, a pagina 38. Compra questo numero | Abbonati