Da quando il capo della protezione civile Fabrizio Curcio ha dichiarato che in Italia oltre il 90 per cento dei comuni è esposto al rischio di frane e altri disastri naturali, in molti hanno chiesto di mettere un limite alle costruzioni, sia quelle a norma sia quelle abusive. Curcio ha lanciato l’allarme in un’intervista concessa al quotidiano La Stampa dopo aver visitato l’isola di Ischia, dove il 26 novembre una frana ha provocato la morte di almeno otto persone, tra cui un neonato di 22 giorni. Il dato diffuso da Curcio proviene da un rapporto pubblicato nel 2021 dall’Ispra, l’agenzia per l’ambiente del governo italiano. Secondo il documento, 7.423 comuni italiani, il 93,4 per cento del totale, sono esposti al rischio di frane, alluvioni ed erosione costiera. Le persone esposte al pericolo di frane sono 1,3 milioni, e 6,8 milioni possono essere colpite da alluvioni.
Una multa non risolve tutto
Luca Mercalli, presidente della Società meteorologica italiana e consulente scientifico dell’Ispra, sottolinea che nonostante il rapporto sia tra i più importanti mai pubblicati dall’agenzia, il governo non ha preso alcun provvedimento per limitare i rischi, in un paese estremamente vulnerabile ai disastri naturali.
In Italia si sta discutendo del ruolo dell’abusivismo edilizio nella tragedia di Ischia, un’isola nel golfo di Napoli. Curcio ha spiegato alla Stampa che a Ischia il rischio era aggravato dal grande numero di case costruite abusivamente, precisando però che il pericolo riguarda anche aree del paese dove le irregolarità edilizie sono meno diffuse.
Mercalli ricorda che un altro importante rapporto dell’Ispra, pubblicato a giugno, si è occupato del consumo di suolo rivelando che oggi il cemento copre 21.500 chilometri quadrati del territorio italiano (quasi il 7 per cento del totale). Secondo il rapporto, tra il 2006 e il 2021 l’Italia ha perso in media 77 chilometri quadrati all’anno di suolo naturale o seminaturale, soprattutto a causa dell’espansione urbana. Questo processo ha peggiorato i danni fatti dagli eventi naturali. “C’è bisogno di una legge contro il consumo di suolo e di una che limiti il continuo aumento delle costruzioni”, afferma il meteorologo. “Ma nessun governo vuole farle. Questi rapporti sono stilati da un’agenzia pubblica ma poi restano nei cassetti del parlamento”. Mercalli ritiene che sia l’edilizia a norma sia quella abusiva abbiano contribuito ad aggravare il problema. “Esistono molte situazioni in cui i comuni danno l’autorizzazione a costruire anche se dal punto di vista geologico è un errore. Questo processo va fermato. Bisogna limitare la costruzione in aeree che sono a rischio”.
In diverse occasioni lo stato italiano ha concesso condoni edilizi, permettendo alle persone che avevano edificato abusivamente di regolarizzare la loro posizione pagando semplicemente una multa. Una misura di questo tipo era stata proposta nel 2018 dal governo di Giuseppe Conte. All’epoca Vincenzo De Luca, presidente della regione Campania, di cui fa parte Ischia, aveva dichiarato che la sanatoria avrebbe provocato dei morti. Il 28 novembre, a Ischia, lo stesso De Luca ha detto che “le costruzioni in zone che sono fragili dal punto di vista idrogeologico vanno demolite. Le persone devono capire che in alcune aree non si può abitare”. ◆as
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Questo articolo è uscito sul numero 1489 di Internazionale, a pagina 36. Compra questo numero | Abbonati