Non so se parlare di R(Evolution) di Elisabetta Antonini e Alessandro Contini sia il massimo del tempismo, nei giorni in cui la parola democrazia si svuota ulteriormente di senso e sono saltati tanti parametri di classe, genere, etnia e religione per spiegare chi fa il fascismo e chi invece no, negli Stati Uniti come altrove. Ma ascoltare il loro singolo For Fela è una sorta di antidoto per ricordarmi (o continuare a illudermi) su quello che so del mondo. Dedicato al musicista e attivista Fela Kuti, il singolo For Fela è un omaggio afrobeat in cui la voce di Kuti appare in una struttura musicale sincretica, illuminata dall’intuito jazzistico di Antonini e Contini. Il 13 novembre presenteranno R(Evolution), che parte proprio dal principio di Kuti per cui la musica è rivoluzione e non intrattenimento, al Roma Jazz Festival, insieme al trombettista norvegese Nils Petter Molvær. Per quanto l’esecuzione dal vivo possa dilatare le stratificazioni sonore del disco, va detto che R(Evolution) e già molto aperto. Ed è graziato da brani come Nostalgia, che spoglia la canzone omonima di David Sylvian dagli effetti synth che la rendono un po’ datata, anche se proprio nell’asincronia sta la forza del sentimento nostalgico. Ma è bella la reinterpretazione che ne fanno Antonini e Contini dall’alto della loro esperienza, uno sgocciolamento poetico (riflesso perfino nella musicalità dei loro cognomi) che invita a contemplare le parole. La musica non è intrattenimento, ma che succede quando la rivoluzione più che rottura diventa consolazione? ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1588 di Internazionale, a pagina 90. Compra questo numero | Abbonati