Abbiamo una figlia di sette anni che è un’attrice nata e “subiamo” decine di spettacolini, concerti ed esibizioni di ogni tipo. La sua maestra un po’ scherzando ci ha consigliato di farle fare qualche provino e a me è ronzata in testa l’idea, pensando ai bambini che recitavano in alcuni dei miei telefilm preferiti. Secondo te è una buona idea? –Cristiana

Per mettere in guardia i genitori dai pericoli di una carriera cinematografica per i figli basterebbe citare i casi scuola: Drew Barrymore, indimenticabile bambina di E.T. diventata alcolizzata e tossicodipendente a dodici anni, e Macauley Caulkin, il Kevin di Mamma ho perso l’aereo , finito al centro di una violenta e pubblica battaglia legale tra i genitori che se ne contendevano la custodia e il patrimonio. Ma sono casi estremi. In realtà ci sono tanti bambini attori che poi crescono e hanno vite assolutamente normali. Io però, anche dopo aver avuto qualche esperienza sul set con una delle mie figlie, resto perplesso. Perché di base recitare in un film è un lavoro. Divertente, interessante, molto ambito, ma comunque un lavoro, con rapporti professionali e dinamiche tarate sugli adulti. E non sono sicuro che per una bambina di sette anni sia giusto lavorare. Poi c’è anche la questione della visibilità: quanto è sano che una bambina costruisca la sua identità in relazione con l’apprezzamento, o meno, del pubblico? Secondo me potreste iscrivere vostra figlia a un corso di canto o recitazione, dove poter imparare ma anche divertirsi. Per entrare nel mondo dello spettacolo ci sarà sempre tempo.
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Questo articolo è uscito sul numero 1580 di Internazionale, a pagina 14. Compra questo numero | Abbonati