Guardo Volodymyr Zelenskyj che fa il presidente in Servitore del popolo , ma lo faccio con imbarazzo, anzi con apprensione. Il perché non lo so. So solo che un paio di volte m’è venuto in mente il film del 1997 Air Force One , che naturalmente non c’entra per niente. Ma allora perché m’è venuto in mente? Faccio un’ipotesi. Durante la campagna elettorale del 2016 Donald Trump, per dire che tipo di presidente voleva diventare, tirò in ballo proprio Air Force One , dove un presidente degli Stati Uniti sgomina, in sostanza da solo, i terroristi che si sono impadroniti del suo aereo. L’attore protagonista è Harrison Ford che, interrogato su quell’eroico programma politico di Trump, esclamò volgendosi – immagino – alla telecamera: “Donald, quello è un film”. Il mio imbarazzo, l’apprensione, forse derivano dal fatto che l’attore Zelenskyj non può in nessun modo dire al presidente Zelenskyj: Volodymyr, quello è un film. Servitore del popolo ha cancellato prima in modo sorprendente e poi in modo sconvolgente la soglia, già labile, tra immaginario e reale. Così il presidente finto dell’Ucraina va in onda sui nostri schermi con la faccia di Zelenskyj. E il presidente vero dell’Ucraina, sempre con la faccia di Zelenskyj, invoca dagli stessi schermi armi, armi, armi fino alla vittoria per fronteggiare un sanguinosissimo caos che non rispetta sceneggiature e anche ai registi sfugge di mano.

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Questo articolo è uscito sul numero 1460 di Internazionale, a pagina 14. Compra questo numero | Abbonati