Dal big bang in poi, alle cose bastano pochi minuti per succedere. Che siano miracoli o disastri, svolte epocali o accidenti quotidiani, che se ne parli poi per giorni, mesi, anni o che finiscano nell’oblio, le cose accadono in pochi istanti. Limitandoci all’ultima settimana, si può notare che al ministro dell’interno Piantedosi è bastato un minuto di microfono, nei secondi successivi alla strage di Cutro, per disintegrare ogni residuo di civiltà accusando i migranti in fuga dal loro paese di contravvenire a ogni rigore etico e genitoriale. Sono bastati due minuti perché alcuni fan spingessero agli estremi la linea editoriale del Maurizio Costanzo show, la commistione tra alto e basso, tra sacro e profano, chiedendo un selfie a Maria De Filippi nel bel mezzo del funerale del marito. È bastata una conferenza stampa al Nazareno di tre minuti perché la neoeletta Elly Schlein, elencando le sue priorità politiche, e dunque quelle del suo partito, facesse venire forti gastriti in metà dei delegati presenti. Agli operai della Portovesme nel Sulcis ci sono voluti quattro minuti per raggiungere la vetta della ciminiera della loro fabbrica, a cento metri di altezza, per protestare contro i 1.300 licenziamenti. Mentre a Bruno Vespa non sono bastati Cinque minuti (RaiUno), titolo e durata della sua nuova striscia informativa, per riuscire nell’impresa di fare una domanda – una – alla sua prima ospite, Giorgia Meloni. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1501 di Internazionale, a pagina 80. Compra questo numero | Abbonati