Nel marzo del 2020, con lo scoppio della pandemia, mentre le scuole chiudevano sui giornali e sui social network in tanti ripensavano al _Decameron _e alla relazione che in quest’opera s’istituisce tra confinamento e invenzione narrativa. In una seconda media di Roma, l’insegnante Alessia Barbagli metteva insieme le due cose, facendo fare ai suoi allievi un esercizio ricalcato sulla cornice del capolavoro di Boccaccio. Ragazzine e ragazzini hanno così dovuto scegliere i propri nomi da “re” e “regine” di differenti “giornate” e a turno hanno proposto ai propri compagni d’inventare storie su un certo tema (storie “di ragazzi che si conoscono durante l’epidemia”, “di ragazzi che a causa di un incidente domestico devono cambiare vita”, “di due personaggi che per uno sfasamento di tempo non possono incontrarsi”, e così via). Ne sono uscite 576 brevi novelle talvolta realistiche, talvolta surreali, spesso appassionanti, di cui questo libro raccoglie una selezione. Precedute da un’introduzione di Franco Lorenzoni, sono seguite da saggi d’insegnanti e pedagogisti che esplicitano basi teoriche e conseguenze dell’esperimento, mostrando in modo evidente l’importanza fondamentale dell’educazione alla scrittura come mezzo per scatenare e organizzare l’immaginazione per i ragazzi alle soglie dell’adolescenza. E forse non solo per loro. ◆
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Questo articolo è uscito sul numero 1418 di Internazionale, a pagina 119. Compra questo numero | Abbonati