Davanti a un albo che parla di nudità ai bambini e alle bambine qualcuno potrebbe storcere il naso. Ma sarebbe un peccato farsi un’idea sbagliata su La nudità che male fa? di Rosie Haine (tradotto da Guia Risari). Rosie Haine, che ha studiato illustrazione per bambini a Cambridge, con uno stile semplice e giocoso racconta quanto noi sapiens siamo diversissimi ma in fondo uguali che più uguali non si può. Abbiamo tutti un sedere, dei capezzoli, una faccia, abbiamo dei capelli oppure no, persi da tempo. Tutti siamo stati bambini e poi siamo cresciuti. Non solo in altezza. Siamo diventati più pelosi, più rotondi, più muscolosi, più storti. Insomma l’essere umano cambia in continuazione e il nostro corpo nudo si riempie di macchie, segni, cicatrici, ricordi. I corpi nudi dell’albo di Rosie Haine sono corpi che non hanno paura di essere giudicati. Corpi che si mostrano, si piacciono e in un modo molto naïf dicono che non c’è da vergognarsi mai di quello che si è. Quello che succede al tuo corpo sei tu, ti devi amare, non solo accettare. E basta pensare che il corpo è fatto solo di dimensioni e di altezze. Il corpo, in questo albo come nella vita, si espande dentro l’anima e ci mostra in questa sua semplice nudità come siamo unici tra tante persone uniche.

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Questo articolo è uscito sul numero 1418 di Internazionale, a pagina 119. Compra questo numero | Abbonati