J.R.R. Tolkien era talmente innamorato di questa storia, e di uno dei suoi protagonisti, Gorbo, che non riuscì mai a levarseli dalla testa. Tanto che i suoi hobbit altro non sono che una rilettura degli snerg. Ma ci sono altri motivi per leggere questa storia avventurosa con personaggi affascinanti e uno stile di scrittura che avvince fino all’ultima pagina. Nel 2020 Barry Cunningham, della casa editrice Chicken House, ha affidato a Veronica Cossanteli la riscrittura del volume originale dell’autore fantasy E.A. Wyke-Smith. Racconta di queste piccole creature generose e del loro mondo protetto, intorno una foresta abitata da orsi benevoli. Nessuno si è spinto oltre la foresta. Ma l’avventura comincia quando qualcuno lo fa. Questi qualcuno sono Pip e Flora, e saranno loro a scoprire che oltre il limite del bosco c’è un universo popolato da creature stranissime. Tra cui una regina cattivissima tutta vestita di viola. Non c’è una missione come quella di Frodo nel Signore degli anelli, ma l’ignoto è sempre un ignoto di cui in entrambi i romanzi cercano le coordinate. Una lettura allegra, scanzonata, a tratti meditativa. Ha divertito molto Tolkien. Divertirà sicuramente anche voi.
Igiaba Scego
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Questo articolo è uscito sul numero 1511 di Internazionale, a pagina 92. Compra questo numero | Abbonati