Marianna the influenza è una influencer, attivista black e ora scrittrice che con ironia parla di body shaming, grassofobia e identità nera italiana. Il suo libro, che ricalca allegramente, ma sempre con grande profondità, le sue incursioni su Instagram, ci racconta attraverso un genere, il saggio autobiografico, cosa significa essere donna in un contesto dove il suo corpo e la sua pelle devono combattere quotidianamente contro sessismo, razzismo e rifiuto della grassezza. C’è grande orgoglio nelle parole di Marianna the influenza. E anche quando ripercorre vicende apparentemente innocue ma cariche di stereotipi razzisti cerca di andare oltre il vissuto, per collocare il tutto in una prospettiva storica. Lo fa per esempio quando i compagni di classe le affibbiano il soprannome di “Popo”, nome di un personaggio immaginario di Dragon Ball, grosso e nero, con alcuni tratti caricaturali, e lei dice che vent’anni fa non aveva ancora gli strumenti per difendersi, per capire che la stavano trasformando in uno stereotipo, in un personaggio da minstrel show, in un blackface. Sottintendendo: ora ho gli strumenti e li uso per creare una rete. Consapevolezza è la parola giusta per descrivere il libro, che come prima cosa fornisce parole chiave che accompagneranno la lettura, diventando strumento di liberazione.

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Questo articolo è uscito sul numero 1533 di Internazionale, a pagina 86. Compra questo numero | Abbonati